di Gino Isidori

Lo studio del diverso comportamento di particelle ed antiparticelle che, come abbiamo visto, potrebbe aiutarci a capire l'origine del nostro Universo, costituisce attualmente uno dei principali temi di ricerca in molti laboratori di alte energie.

La prima evidenza sperimentale di un diverso (non speculare) comportamento fra particelle ed antiparticelle si ebbe nel lontano 1964, in un celebre esperimento che valse il premio Nobel a  James Croninicona_biografia e Val Fitch icona_biografia. L'evidenza riportata in questo esperimento e successivamente confermata in altri laboratori, sembra essere compatibile con quanto previsto dal cosiddetto Modello Standard , la teoria che attualmente descrive con successo il comportamento delle particelle elementari. Tuttavia, il condizionale è d'obbligo poiché si tratta di un fenomeno che avviene molto raramente, estremamente difficile da studiare con precisione. Molti esperimenti hanno studiato la violazione dell’asimmetria. Attualmente l’experimento LHC-b al collider LHC studia proprio questa violazione e nel Marzo del 2019 ha osservato per la prima volta che questo tipo di asimmetria si verifica anche tra - particelle contenenti un quark pesante come il quark charm.

lhcb

Rivelatore LHCb al collider LHC

Fra gli aspetti particolarmente affascinanti del problema vi è anche il fatto che l'asimmetria fra materia e antimateria prevista dal Modello Standard non sembra esser sufficiente per ottenere l'eccesso di materia che attualmente osserviamo nell'Universo.

Per questo motivo molti fisici ritengono che lo studio sperimentale dell'asimmetria fra materia e antimateria potrebbe aprire una finestra su interazioni completamente nuove, non previste dalle teorie attuali.