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Georg Wilhelm Friedrich Hegel è stato uno dei massimi filosofi di tutti i tempi. Compiuti gli studi classici a Stoccarda, si iscrisse all'Università di Tubinga, dove strinse amicizia con il filosofo Friedrich Schelling. Terminati gli studi di filosofia, Hegel lavorò precettore privato. Nel 1801 si trasferì a Jena, dove terminò uno dei suoi capolavori, la bellissima e ardua Fenomenologia dello spirito (1807). Nel 1817 pubblicò un'esposizione completa e sistematica della sua filosofia, l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Nel 1818 gli venne offerta la cattedra di filosofia che era stata di Johann Fichte all'Università di Berlino, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1831 a causa di una epidemia di colera.

Identità fra ragione e realtà

Ciò che è reale, è razionale; ciò che è razionale, è reale. Con questa massima si è soliti riassumere questa parte del pensiero di Hegel. La ragione, a differenza di quanto affermava Kant, non è semplicemente uno strumento della mente umana, bensì un principio metafisico, che diviene e si sviluppa nel mondo.La razionalità dunque non è pura astrazione,è presente nel mondo come insieme delle leggi che lo regolano(infatti il mondo non è una realtà caotica, un susseguirsi disordinato di eventi, bensì è dominato da un'ordine razionale).A sua volta la realtà ha una sua struttura razionale("inconsapevole o alienata" nella Natura e "consapevole" nell'uomo).Se un'azione avviene, ci dev'essere un'altra azione che l'ha causata, dunque esiste un'affinità, o meglio una identità fra essere e dover essere, dunque un evento che non è necessario non si realizza.

Funzione giustificatrice della filosofia

Una volta appurato che la realtà è ragione, e che tutto ciò che avviene è razionale, si tratta di stabilire qual è il compito della filosofia. Hegel lo riscontra nel semplice prendere atto della realtà quale è, e non deve prefiggersi di trasformare la realtà, come dirà Marx. La filosofia, essendo la più alta e compiuta manifestazione dell'Assoluto, non può essere presente in ogni stadio del pensiero umano, ma solo alla fine del percorso, quando la realtà è già compiuta e non vi è più nulla da trasformare. Ecco dunque che la filosofia altro non deve se non giustificare perché la realtà è strutturata in questo modo, e dimostrarne la razionalità, elaborandone i concetti.