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 Biografia a cura della redazione di ScienzaPerTutti 

(1921 – 1978) Bruno Touschek possedeva una mente brillante ed una spiccata personalità. Nacque a Vienna il 3 febbraio 1921 da Franz Xaver e Camilla Weltman, frequentò la scuola nella città natale fino al 1937, anno in cui non gli fu permesso di proseguire la Scuola Superiore a causa delle origini ebraiche di sua madre; fu costretto quindi a lasciare la scuola e sostenere l'esame finale come privatista presso un altro Istituto. Iniziò il corso di laurea in Fisica e Matematica presso l'Università di Vienna, ma dovette nuovamente sospendere gli studi a causa delle persecuzioni razziali. Grazie ad alcuni amici potè riprendere gli studi ad Amburgo, dove nessuno conosceva le sue origini. Per sopravvivere il giovane austriaco dovette intraprendere contemporaneamente diversi lavori. Per un lungo periodo lavorò presso lo Studiengellschaft für Elektronengeräte, una compagnia affiliata alla ditta Dutch Philips, dove venivano prodotte apparecchiature per impianti di potenza a radiofrequenza.

 

Nel 1943 fu invitato da Rolf Wideröe per collaborare con lui alla costruzione del betatrone.

Quando Touschek fu arrestato dalla gestapo, Wideröe andò a trovarlo in prigione e durante una di queste visite parlarono del betatrone e, ancora in prigione, concepì l'idea e sviluppò la teoria del "radiation damping" per gli elettroni circolanti nel betatrone.

Dopo la prigionia e la fuga dal campo di concentramento, nel 1946 si laureò all'Università di Göttinger ed iniziò a lavorare per il Max Planck Institut.

Dal febbraio 1947 lavorò a Glasgow con una borsa di studio del dipartimento della Ricerca Scientifica ed Industriale e successivamente come "Official Lecturer in Natural Philosophy" all'Università di Glasgow, posizione che mantenne fino alla sua partenza per Roma nel 1952. Giunto a Roma decise di restarvi e divenne ricercatore presso l'INFN. Tre anni dopo tornò a Glasgow e sposò Elspeth Yonge, figlia di un famoso professore di zoologia dell'Università di Glasgow e con lei ebbe due figli.

Il 7 marzo 1960 Touschek tenne un seminario presso i Laboratori Nazionali di Frascati, mostrando sia l'importanza di uno studio sistematico delle collisioni tra elettroni e positroni (e+e-) e sia come ottenerle, con la costruzione di un singolo anello magnetico, nel quale un fascio di elettroni e positroni, circolando alla stessa energia E, ma in opposte direzioni, si scontrassero annichilendosi.

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Così con Carlo Bernardini, Gianfranco Corazza e Giorgio Ghigo iniziarono a lavorare ad un progetto per il primo Anello di Accumulazione (e+e-), creato essenzialmente come prototipo per provare la possibilità di acceleratori funzionanti, costruiti in base a quanto discusso in quel seminario.

Questa prima macchina per lo studio delle collisioni tra una particella e la sua antiparticella è conosciuta come ADA (Anello di Accumulazione e+e-).

Non è una coincidenza che questo fosse anche il nome della sua cara zia Ada;

Touschek fu impegnato lontano da lei la prima volta che venne a Roma, ma la visitò subito dopo, nella sua villa di Albano, sebbene lei lo riempisse di consigli ed attenzioni che lui non sempre sembrava gradire.

Il periodo sperimentale di Touschek culminò con gli esperimenti con ADA ad Orsay, che portarono alla scoperta e alla spiegazione dell' "intrabeam scattering".

Questo fenomeno, usualmente chiamato in suo onore "effetto Touschek", comporta il trasferimento di energia nella collisione tra le particelle dello stesso fascio, cosicchè alcune vengono eccessivamente rallentate o accelerate, e non potendo più viaggiare in sincronia con le altre si perdono rapidamente uscendo dal fascio.

Questo meccanismo di scambio di energia è più efficace per fasci densi e di bassa energia e in pratica ne determina la vita media utilizzabile (Touschek lifetime).

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Dopo l'operazione su ADA ad Orsay, il periodo sperimentale di Touschek terminò, ma non l'interesse e la partecipazione allo sviluppo dei fasci e+e-; egli seguì con molto entusiasmo la fase del progetto e costruzione di ADONE (1965-67) condotto da Fernando Amman. Fin dal 1953 Touschek insegnò all'Università di Roma e successivamente anche a Pisa, ma a causa delle restrittive leggi italiane, la sua carriera universitaria fu lenta e divenne Professore Ordinario solo all'inizio del 1978. Poco dopo, il 25 maggio 1978, dopo una lunga malattia, Bruno Touschek morì nell'Ospedale dell'Università di Insbruck.

"Oltre che per il suo genio scientifico Bruno possedeva un'inusuale abilità nel riprodurre in caricatura quanto lo circondava ed i costumi locali, che disegnava con una penna sul primo pezo di carta che gli capitava tra le mani, durante le discussioni di tesi di laurea della Facoltà o durante i meetings delle commissioni o gruppi di lavoro in collaborazione con l'Istituto o i LNF". (E. Amaldi) "Fu l'iniziatore e l'elemento di continuità dei dieci anni d'oro dei Laboratori, la persona che ebbe una grande idea e permise che si materializzasse per gli altri. Le sue qualità scientifiche ed umane, ritengo furono decisive per il mantenimento delle connessioni essenziali per raggiungere il successo" (F. Amman) Così Bruno Touschek è ricordato come un uomo che "visse una vita intensa e piena, che con il suo esempio e la sua amicizia, aiutò agli altri ad ottenere maggiore felicità e consapevolezza nella propria vita" (I.P. Dee)

Ricordi di Bruno Touschek

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Giulia Pancheri

 FONTI FIGURE:
Ritratto 1) Unknown photographer, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons al link https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bruno_Touschek.jpg

Figura 2) e figura 3) disegni di Bruno Touscheckcopyright-sxt