Paolo Ferri, padre della missione Rosetta e responsabile delle operazioni di volo di tutti i satelliti dell’ESA - non da ultimo la sonda Bepi Colombo, una missione interplanetaria che raggiungerà nel 2025 Mercurio per scoprire i misteri geofisici di questo pianeta - è stato ospite alla scuola Europea di Francoforte nell'ambito dell’iniziativa, promossa dal Consolato Generale d’Italia a Francoforte “scienziati italiani a scuola”. Perché mandiamo telescopi nello spazio invece di usare comodamente i telescopi sulla Terra? Cosa possiamo vedere con i telescopi orbitali? Dove possiamo arrivare con le sonde interplanetarie? E perché ci accontentiamo di mandare delle macchine e non intraprendiamo il viaggio noi stessi? Sono state queste le domande rivolte dai ragazzi delle sezioni bilingui del ginnasio Freiherr vom Stein e della Scuola Europea di Francoforte a Paolo Ferri, che ha spiegato come funzionano quelle macchine complesse che sono i satelliti e le sonde e perché, a partire dallo Sputnik nel 1957, ne abbiamo lanciati a centinaia nello spazio, ad osservare l'universo ed esplorare il sistema solare per conto nostro.
Con l'aiuto di alcune foto spettacolari e l'esempio di alcune missioni storiche sono stati illustrati i progressi scientifici degli ultimi 60 anni che hanno rivoluzionato l'astronomia, aprendo nuovi orizzonti alla conoscenza dello spazio immenso che ci circonda. Ospite della stessa iniziativa è stata, nei giorni scorsi, Samantha Cristoforetti accolta dagli studenti come una vera rock star.
Dopo una breve presentazione della sua esperienza personale e professionale - accompagnata dalla proiezione di intense immagini – in un linguaggio scientifico semplice ed accattivante, la Cristoforetti si è sottoposta ad un fuoco di fila di domande. Ha quindi raccontato ai ragazzi quali sensazioni ha provato quando è partita con un razzo così carico di combustibile che l’ha portata ad essere la prima astronauta italiana e donna nello spazio, come ci si può fare una doccia nella stazione spaziale, come si dorme in orizzontale in assenza di peso, perché è necessario fare attività fisica, quali difficoltà si hanno dopo una permanenza di 200 giorni nello spazio al rientro a terra. AstroSamantha ha raccontato che fin da bambina si appassionava alle storie di fantascienza, di avventura, leggeva Salgari, Verne, amava la saga di Star Trek ed aveva un sogno: diventare astronauta. Avere sogni significa attivare tutte le risorse come la curiosità, lo studio, nuove esperienze, saper lavorare in team, tanta determinazione e un pizzico di fortuna per farli diventare realtà: malgrado le difficoltà, le piccole delusioni che potrebbero farci desistere. Questo il messaggio forte che la Cristoforetti ha voluto consegnare ai giovani presenti nell’Aula Magna della Scuola Europea.