komatsu3Divulgare l’Universo: la parola al prof. Eiichiro Komatsu

|| intervista di Lorenzo Dugulin ||

Il professor Eiichiro Komatsu è un astrofisico di fama internazionale con oltre 170 pubblicazioni al suo attivo. Dal 2012 dirige l’Istituto Max Planck di Astrofisica a Garching bei München (Monaco di Baviera), il più importante ente di ricerca scientifica della Repubblica Federale di Germania. Dopo il dottorato di ricerca conseguito all’Università del Tōhoku, la terza università imperiale più antica del Giappone, ha svolto attività di ricerca ed insegnamento negli Stati Uniti d’America, nelle Università di Princeton e del Texas. In occasione di un suo recente soggiorno a Trieste, gli abbiamo chiesto quale sia il ruolo della divulgazione scientifica nella sua vita.


La divulgazione scientifica è molto importante per me. Quando ero bambino andavo molto spesso a visitare il museo della scienza e il planetario nella città di Kobe, che si trova vicino alla mia città natale. Questa esperienza ha avuto un impatto fondamentale sulla mia vita e alla fine sono diventato un astrofisico. Sento di dover molto ai divulgatori scientifici: hanno cambiato il corso della mia vita. Oggi sono io a divulgare la scienza a un pubblico ancora più ampio.


Uno scienziato può essere un buon comunicatore e/o viceversa?
Non necessariamente! Ho un'idea migliore. Normalmente gli scienziati comunicano direttamente con il pubblico durante incontri, conferenze, visite scolastiche, ecc.. Ma questo metodo non è sempre efficace perché gli scienziati non sono buoni comunicatori. Pertanto, è meglio affidarsi a divulgatori scientifici di professione. Bisognerebbe organizzare workshops specifici per divulgatori scientifici. Vanno coinvolti come partecipanti non solo conservatori museali, insegnanti, giornalisti e redattori, ma anche musicisti, artisti, registi, ecc.. Faccio un esempio di buona pratica. Ho tenuto una lezione sulla radiazione cosmica di fondo davanti a un pubblico di divulgatori scientifici. Tra gli ascoltatori c’era Hiromitsu Kohsaka, regista specializzato in film fulldome proiettati sulla cupola dei planetari. Il mio discorso gli ha ispirato il primo film fulldome al mondo sulla radiazione cosmica di fondo! Il titolo del film è "HORIZON: Beyond the Edge of the Visible Universe" (trailer <https://www.youtube.com/watch?v=CQbZi4wfoaw>). Il film è stupendo e ha vinto numerosi premi internazionali. Molti spettatori lo hanno già visto nei planetari in Giappone e hanno imparato molto. Questo modo di divulgare la scienza è molto efficace, molto più efficace di come potrei immaginare di farlo da solo.


Quest'anno l'Italia celebra il 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci. Da Vinci può ancora insegnarci qualcosa?
Ammiro lo stile di da Vinci nel seguire semplicemente la curiosità: fondamentalmente ha fatto quello che gli interessava. Oggigiorno ogni cosa è così specializzata che è difficile immaginare qualcuno che possa spaziare come lui. Inoltre, nella sua epoca ciò che faceva non era considerato immediatamente "utile". Solo in seguito si capì quanto alcune delle sue idee fossero importanti e utili per la società. Purtroppo la società capitalistica attuale non è sufficientemente paziente da consentire di sviluppare idee che non siano immediatamente utili e redditizie. La società attuale dissuade i pensatori creativi, come da Vinci, dal pensare liberamente.


La scienza è un linguaggio universale, la divulgazione scientifica è altrettanto universale?
I risultati scientifici sono universali, mentre la percezione di tali risultati dipende dal background delle persone. Pertanto, non credo che il metodo della divulgazione scientifica possa essere universale; dovrebbe prestare attenzione al background culturale. Dare al pubblico le informazioni scientifiche corrette è molto importante, ma dobbiamo farlo in modo efficace. Fornire semplicemente le informazioni corrette è "asettico". È per questo motivo che ho trovato molto efficace il fatto di affidarsi a divulgatori scientifici lato sensu, inclusi artisti, musicisti e registi. Sanno come penetrare nella mente delle persone.


Qual è la priorità per la divulgazione scientifica nel prossimo futuro?
Dobbiamo vincere la battaglia contro le fake news!