espertomini

 È corretto dire che l'occhio umano è in grado di percepire i fotoni tramite la struttura a coni e bastoncelli della retina, ma non gli altri mediatori di forze? Alcuni uccelli migratori pare siano in grado di vedere il campo magnetico terrestre e di orientarsi di conseguenza; qualcuno ha mai tentato di verificare sperimentalmente questo fenomeno? (Alberto Marchese)

 

sem_esperto_verdeL’occhio umano è in effetti un sofisticato rivelatore di fotoni icona_glossario, ma solo di quelli della cosiddetta luce visibile , caratterizzata da una lunghezza d'onda icona_glossario compresa fra 380 e 780 nanometri (nanometro corrisponde a un miliardesimo di metro !). L’occhio è invece insensibile ai mediatori delle altre forze fondamentali.

La comunità scientifica è unanime nell’affermare che gli animali possono utilizzare stimoli derivanti dal campo magnetico terrestre.

Gli studi che si occupano di verificare in che modo questi stimoli vengono utilizzati seguono attualmente due direzioni principali: verificare sperimentalmente la capacità di alcuni animali di utilizzare il campo magnetico per determinare una direzione nello spazio (definita in gergo prestazione di bussola ), e verificare invece la possibilità di utilizzo del campo magnetico per determinare la propria posizione rispetto ad un punto noto (prestazione di mappa ). Gli esperimenti di cui si parla consistono in generale nell’alterare il campo magnetico e registrare le successive reazioni degli animali. Mentre per quanto riguarda la prestazione di bussola, c’è chiara evidenza che il campo magnetico può influenzare l’orientamento di alcuni animali (ad esempio alcuni uccelli migratori), non si hanno prove certe per quanto riguarda la prestazione di mappa. Ad esempio, Floriano Papi e i suoi collaboratori (Papi è membro dell’accademia dei Lincei ed è stato direttore del dipartimento di Etologia, Ecologia e Evoluzione dell’università di Pisa), hanno pubblicato sul Journal of experimental Biology nel 2000 un articolo dal titolo "Open-sea migration of magnetically disturbed sea turtles" . L’esperimento si proponeva di verificare la capacità delle tartarughe di tornare in un punto geografico conosciuto nel caso di campo magnetico terrestre alterato. Gli studiosi hanno munito di magneti alcune tartarughe ed hanno seguito i loro percorsi comparandoli a quelli di altre tartarughe prive di magneti. L’esperimento non ha però rilevato differenze significative.

Sergio D'Argenio – Giornalista scientifico