Chiacchiere di fisica di Stefano Marcellini
Tra i deliri del nuovo millennio c’è anche la credenza che non saremmo mai andati sulla Luna, e che le 6 missioni lunari, più quella fallita dell’Apollo 13 e le altre preparatorie, siano state tutte una messa in scena filmata in qualche hangar. Non intendo assolutamente mettermi a confutare gli argomenti dei No-Moon, ma essendo un fisico vorrei far notare un aspetto che in genere passa inosservato anche dagli stessi sostenitori del complotto: il campo gravitazionale sulla Luna, così come appare dai filmati degli astronauti.
Sulla superficie lunare il campo gravitazionale vale circa 1.6 m/s2, grosso modo il 17% che sulla superficie terrestre, dove è invece i famosi 9.8 dei problemi di fisica a scuola. Il valore è determinato dalla massa della Luna e dal suo raggio, entrambi diversi che per la Terra. Il risultato è che se sulla Terra peso 70 kg, sulla Luna ne peso 11. Ecco perché gli astronauti nei filmati saltellano sempre come Vispe Terese.
Tutto questo non è così facile da simulare in un filmato, e non potrebbe essere rappresentato correttamente semplicemente mandando i filmati al rallentatore. Infatti il minore peso sulla Luna si manifesta nella caduta rallentata degli oggetti (un astronauta che salta dall’ultimo gradino del LEM fino al suolo lunare appare cadere verso il basso al rallentatore), ma al contrario si manifesta anche facendo muovere più veloci del normale gli astronauti quando saltano spingendosi verso l’alto.
In pratica, il fatto che g sulla Luna sia inferiore fa cadere più lentamente gli oggetti, ma si oppone anche meno al fatto che un oggetto possa salire, se lo lanciamo in alto. E questo non è così semplice da simulare senza un software adatto. E quella volta il software adatto proprio non c’era.
Ma non basta: non essendoci atmosfera, tutti i corpi cadono con la stessa accelerazione di gravità, e se lasciati cadere dalla stessa altezza toccano il suolo lunare simultaneamente. Anche se i due corpi sono una piuma e un martello, esperimento realizzato dall’astronauta David Scott di apollo 15 di fronte alla telecamera.
Ma c’è ancora un altro aspetto che rende veramente molto difficile simulare le passeggiate lunari in uno studio televisivo terrestre: la polvere. Sulla Terra, se solleviamo polvere, quella resta svolazzante in aria. Sulla luna, dove non c’è atmosfera e dove l’accelerazione di gravità è un sesto rispetto alla Terra, la polvere (che sulla Luna abbonda!) si deposita subito seguendo le leggi della caduta dei gravi che si studiano a scuola, senza restare vagante in giro, come invece farebbe in uno studio televisivo, dove l’aria c’è. Invece nei filmati degli allunaggi i granelli di polvere sollevati dalle ruote della jeep fanno il loro bel moto parabolico previsto per qualunque corpo che cade nel vuoto, e con un po’ più di calma che sulla Terra, dovuto a quel 17% di g rispetto a noi, si depositano e lì rimangono. Puoi sgommare come un pazzo con la jeep in mezzo a crateri polverosi, ma dopo un paio di secondi non c’è neanche un granellino di sabbia a vagare in giro.
I sostenitori del complotto ignorano alla grande questo punto. Il mio sospetto (dovuto certamente alla mia perfidia) è che non se ne sono nemmeno accorti, perché non sanno la fisica di base!