L’esistenza di un campo magnetico terrestre è ben evidenziata dal funzionamento delle bussole, che orientano l’ago di materiale ferromagnetico secondo la direzione nord-sud delle sue linee di forza. I poli magnetici della Terra, però, non coincidono con quelli geografici, esiste una “deviazione magnetica” variabile nel tempo della quale si tiene conto quando si deve fare un orientamento di precisione attraverso una bussola, aggiungendo o sottraendo determinati angoli a seconda della posizione sul globo terrestre. Attualmente, il polo Nord magnetico si trova nell’arcipelago artico canadese, quello Sud nel mare d’Urville, al largo delle coste dell’Antartide. La variazione della posizione dei poli magnetici, assieme al fenomeno della deriva dei continenti, è stata studiata approfonditamente grazie al fatto che le rocce ferrose della crosta terrestre “congelano” al loro interno informazioni sulla direzione principale rispetto a cui sono state magnetizzate nella fase di formazione. Attraverso l’analisi stratigrafica delle rocce si è riscontrato che in alcuni periodi del passato le polarità magnetiche della Terra erano invertite rispetto al loro assetto attuale. Le modalità di queste inversioni sono ancora oggetto di studio, ma allo stato attuale non si ritiene che ci siano indizi che fanno presagire un’inversione del campo magnetico terrestre in tempi brevi. Per quanto riguarda eventuali effetti, dalla correlazione tra la successione storica delle inversioni di polarità della Terra e la storia del nostro pianeta, non si è trovata nessuna influenza comprovabile né sull’evoluzione geo-morfologica né su quella biologica.
Paolo Ferretti – Astrofilo
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