Ecco i risultati di Adesso tocca a noi!

Il concorso Adesso tocca noi! promosso da ScienzaPerTutti insieme al progetto Art&Science Across Italy ha visto partecipare circa 80 dipendenti dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che si sono sfidati realizzando opere artistiche (quadri, fotografie, testi...) per raccontare la ricerca scientifica.
I lettori e le lettrici di ScienzaPerTutti e le studentesse e gli studenti di Art&Science Across Italy hanno votato le opere e selezionato le 12 che sono ora esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli - MANN per la mostra nazionale "Colori e immagini della scienza" conclusiva della III edizione del progetto Art&Science Across Italy.
Riportiamo qui di seguito le 12 opere vincitrici esposte in mostra. 

Una finestra grande pochi centimetri che collega un banco ottico in vuoto e un banco ottico in aria dell'esperimento Virgo (PI). Virgo è uno strumento che rivela le onde gravitazionali sfruttando l'interferometria della luce, per cui consiste di due bracci lunghi 3 km posti a L lungo i quali un fascio laser si propaga. Virgo è caratterizzato da diversi banchi ottici che ospitano specchi, lenti, prismi, e altri elementi elettronici come i fotodiodi: alcuni banchi sono in aria, altri sono sospesi, altri ancora sono tenuti in vuoto. I banchi comunicano tra loro tramite delle finestre ottiche ("optical windows") percorse dai fasci di luce.

Una finestrella sul cosmo (fotografia) di Beatrice D'Angelo (INFN Genova)

Il centro INFN Tier1 situato presso il CNAF di Bologna contiene un alto numero di risorse informatiche di calcolo, rete e stoccaggio dati utilizzate dai ricercatori degli esperimenti di Fisica delle Alte Energie e di numerose altre discipline scientifiche. In particolare le risorse del centro sono usate dagli utenti coinvolti nei 4 esperimenti LHC del CERN di Ginevra per i quali il CNAF rappresenta il centro di calcolo nazionale. La foto, effettuata originariamente nel 2011 ma rielaborata nel 2022 dal negativo digitale per questa occasione, ritrae una visione notturna a lunga esposizione con un effetto "esploso" (effettuato muovendo manualmente lo zoom) sulle luci emesse dalle macchine di calcolo e stoccaggio dati, contenute nelle isole di rack ospitate dal nostro centro.

Datacenter lights explosion (Fotografia) di Pier Paolo Ricci (INFN CNAF Bologna)

 2 beamcollisions

Beam collisions (quadro) di Alessandro Variola (INFN Roma 1)

 

copertina del podcast

Viaggio al centro di LHC (quadro) di Gabriele Giunta (INFN Pavia)

Foto del collimatore in rame realizzato nell'ambito dell'esperimento FAMU (Fisica degli Atomi MUonici) per dei test di collimazione del fascio di muoni.

Nella giusta direzione (fotografia) di Daniela Cirrincione (INFN Trieste)

 

L'altra metà del mondo, il femminile ed il suo microcosmo e potente pensiero, organizzato in sé, specchio dell'universo fisico e cioè del macrocosmo.L'altra metà del mondo (composizione digitale) di Stefano Ciprini (INFN Roma II) 

 

 

L'opera è un Digital Graffiti, in questo caso una tavola 70 cm x 40 cm riprodotta su alluminio spazzolato. L’idea dei Digital Graffiti nasce dall’analogia tra i graffiti rupestri del Neolitico e le tracce delle particelle prodotte negli acceleratori. Nell’era tecnologica alle incisioni nella roccia si sostituiscono le tecniche di ricostruzione digitali, agli occhi dell’uomo primitivo i rivelatori di particelle. Le caverne del Neolitico sono oggi sostituite dalle enormi caverne sotterranee dove sono installati gli esperimenti. L’opera “L’infinito in un istante” prendendo ispirazione dalle tracce ricostruite negli esperimenti le rielabora liberamente per creare un graffito contemporaneo attraverso sofisticate tecniche digitali. All’infinità del cosmo, evocata da un cielo stellato che si adagia sullo sfondo, si sovrappone un istante di creazione esplosiva che immediatamente ci richiama il suo stato primordiale.

                               DG: L'infinito in un istante (graffito digitale) di Bruno Alessandro (INFN Torino)                    

Ho usato un principio di ottica antichissimo per rappresentare un coacervo di modernità e di tecnologia avanzata quale è un apparato sperimentale di fisica delle particelle. Ho costruito una macchina fotografica elementare tramite una scatolina da tè ; ho verniciato l'interno di nero ed ho praticato su una sua parete un piccolo foro stenopeico. All’interno della scatola, nella parete interna opposta al forellino, ho fissato una emulsione nucleare appartenuta all’esperimento OPERA. OPERA, è stato in funzione presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso ed ha impiegato le emulsioni nucleari per la conferma sperimentale delle oscillazioni di neutrino. Le emulsioni nucleari, infatti, sono speciali gelatine fotografiche, arricchite di grani di argento, che permettono la misura spaziale ed angolare delle tracce di particelle cariche che le attraversano con una elevatissima accuratezza. Ho puntato la fotocamera artigianale verso l'apparato OPERA così che l’emulsione dentro la scatola fosse esposta alla luce che da esso rimbalzava. Ho esposto per più di 72 ore e poi fatto uno sviluppo chimico ottenendo una pellicola, che, acquisita poi con apposito scanner, ha generato la foto presentata. Quale rivelatore può rivelare sé stesso in tutta la sua interezza? In questo “scatto” un piccolissimo elemento di OPERA rivela sé stesso in tutta la sua grandezza, una specie di selfie, che ormai noi tutti siamo soliti fare; le imperfezioni dell’emulsione hanno poi dato un sapore retrò allo scatto, quasi un filtro con cui andare subito su Instagram.

Il Selfie di OPERA (fotografia) di Donato Di Ferdinando (INFN Bologna)

 "L’universo è costituito per il 5% di materia visibile e per il 27% da materia oscura legate dalla forza di gravità, è inoltre accelerato da un’energia oscura che ne costituisce il rimanente 68%. La natura della materia oscura è tuttora ignota e per poterla svelare si sta cercando un portale microscopico che collega il mondo visibile al mondo invisibile impiegando acceleratori e rivelatori di particelle. Ho costruito l’opera reciclando due scaffali portaoggetti della cameretta di mia figlia. Nello scaffale dipinto di bianco i costituenti della materia visibile vengono rappresentati con delle stringhe colorate di diversa lunghezza: le tre famiglie identiche di particelle con stringhe annodate e le forze microscopiche con stringhe aperte. Nello scaffale dipinto di nero i costituenti sconosciuti della materia oscura sono rappresentati da grovigli di veli neri. Una catena con un nodo centrale rappresenta il portale tra i due mondi. I due mondi vivono nello spazio-tempo cullati dalle onde gravitazionali (la sabbia), e moriranno ingoiati dall’orizzonte degli eventi dei buchi neri (l’alta marea)."

Il portale (altro) di Gabriele Chiodini (INFN Lecce)

L'opera è la rappresentazione olio su tela delle onde gravitazionali generate nella fattispecie dall'interazione gravitazionale di buchi neri e rivelate dal gigantesco interferometro laser Virgo. "Crepuscolo gravitazionale" raffigura uno dei due bracci gemelli di Virgo che permette di ascoltare il suono dell'universo tramite le onde gravitazionali.

Crepuscolo gravitazionale (dipinto) di Barbara Garaventa (INFN Genova)

Il poster vuole raccontare, attraverso lo stile/strumento del fumetto ovvero utilizzando una veste colorata e scherzosa, uno scorcio di vita all'interno di un laboratorio di fisica delle particelle per l'indagine delle interazioni fondamentali. Nello specifico l'ambientazione è quella di un sito di sperimentazione dove è presente: l'acceleratore di particelle, il centro di controllo ed elaborazione dati, la sezione teorica a supporto dell'esperimento. Ci siamo sostanzialmente ispirate a ciò che avviene sia nei laboratori delle varie sezioni dell'INFN sia al CERN. Occupandoci di divulgazione scientifica legata al panorama della fisica, abbiamo deciso di coinvolgere i protagonisti del progetto di divulgazione chiamato "Fumettistica, c'è Fisica nei Fumetti”

Fumettistica Collaboration (fumetto) di Alice Aldi (INFN Roma II)

Coppie di particelle-antiparticelle sono rappresentate da statuette cicladiche e dal loro riflesso. Nello spazio vuoto, nero, generano onde, come sulla superficie di un invisibile stagno.  Acrilico, pennarello e matita bianca su tela (60X50)

Instabilità del vuoto (dipinto) di Riccardo Musenich (INFN Genova)