Hertha Marks Ayrton nasce il 28 aprile 1854

Biografia della rubrica “Vita da genio” a cura di Chiara Oppedisano

 

Oppenheimer aperturaImmaginate una bambina, nata circa 170 anni fa in Inghilterra, dove le donne avevano un unico ruolo: badare alla casa e ai figli. Dove non erano neppure riconosciute dalla legge poiché passavano dalla “giurisdizione” del padre a quella del marito. Immaginate che, invece, a una bambina sia data l’occasione di studiare e si dimostri geniale in matematica, affascinata dalle scienze e resti folgorata dalla fisica. Cosa potrebbe essere di lei? Ce lo racconta la storia di Hertha Marks Ayrton, soprannominata in famiglia BG, Beautiful Genius.

Phoebe Sarah Marks nacque il 28 aprile 1854 a Portsea, in Inghilterra. Cosa c’entra - vi starete già chiedendo - questa Phoebe Sarah con Hertha? Un attimo di pazienza e ci arriviamo! Il padre, immigrato dalla Polonia, morì quando la bimba aveva soltanto 7 anni, lasciando la moglie in attesa dell’ottavo figlio e in completa povertà. La madre della piccola Phoebe era però una donna molto avanti rispetto ai tempi e pensava che le ragazze avessero bisogno di un’educazione migliore dei ragazzi “poiché avevano battaglie ben più difficili da affrontare nel mondo!”. Per questo mandò la figlia a soli 9 anni a vivere dalla zia che dirigeva una scuola per darle l’opportunità di studiare. La ragazzina, dotata di forte personalità e intelletto brillante, a soli 16 anni lavorava come governante e, oltre ad essere economicamente auto-sufficiente, inviava puntualmente soldi a casa per sostenere la famiglia.

In questo periodo Hertha iniziò a interessarsi ai movimenti per i diritti delle donne che stavano nascendo in Inghilterra e instaurò importanti amicizie, in particolare quella con Ottilie Blind, l’ideatrice del soprannome “Hertha” ispirato ad un omonimo poema di Swinburne, e quella con Barbara Bodichon, che, vedremo, avrà un ruolo cruciale nella vita Hertha. Barbara la incoraggiò a prepararsi all’esame di ammissione all’Università di Cambridge, dove a quel tempo le donne potevano essere ammesse ma potevano assistere soltanto ad alcuni i corsi e non avevano diritto a laurearsi come gli studenti maschi. Hertha fu ammessa a Cambridge dove, appena arrivata, costituì un gruppo di studentesse nell’unico college femminile per supportarsi a vicenda nello studio. Superò l’esame finale in matematica, senza poter partecipare alla cerimonia ufficiale nella sala centrale, ma rimanendo con altre ragazze in una saletta defilata. Pare fosse impossibile non conoscere Hertha a Cambridge: fu la fondatrice del corpo di pompieri del collegio femminile (esistono foto che la ritraggono con gli annaffiatoi che venivano utilizzati per estinguere gli incendi), formò un club di matematica e organizzò la corale del college. Proprio in questo periodo iniziarono a emergere le sue doti da inventore: ideò e costruì un antenato dello sfigmomanometro per misurare la pressione sanguigna e uno strumento per dividere una linea in un numero definito di intervalli uguali, che divenne il primo di una lunga serie di brevetti conseguiti grazie alla sua mente curiosa e brillante e alle sue abilità nel progettare e costruire apparati e dispositivi.

Tornata a Londra, iniziò a insegnare matematica. Nell’autunno del 1884 iniziò a seguire un corso di elettrotecnica tenuto dal professor William Ayrton presso il Finsbury Technical College. Era una delle 3 donne che seguiva le lezioni su 121 studenti. L’anno successivo sposò il professor Ayrton e nel 1886 nacque la loro figlia, Barbara Bodichon Ayrton, che la coppia crebbe con amore e dedizione insieme alla figlia del matrimonio precedente di William, Edith. Hertha, allora cagionevole di salute, inizialmente si dedicò alla casa e alle figliolette, ma senza rinunciare a al suo amore per la scienza: iniziò infatti a tenere lezioni per le donne (principalmente casalinghe) sull’elettricità. Nel 1891 l’amica Barbara Bodichon le lasciò una cospicua eredità e questo permise a Hertha di assumere una governante e tornare a dedicarsi a tempo pieno all’amata ricerca scientifica!

Studiando con William, Hertha aveva sviluppato interesse per le lampade ad arco, ideate nel 1800 ed ampiamente utilizzate a quei tempi per l’illuminazione. Queste lampade funzionavano applicando una grossa differenza di potenziale tra due elettrodi di carbone inizialmente a contatto che vengono poi allontanati, l’arco luminoso viene mantenuto dal carbone che vaporizza scaldandosi. Questa tipologia di lampade era soggetta a sibili e tremolii di cui non erano del tutto chiare le cause. Hertha, studiando gli archi elettrici in laboratorio, riuscì a comprendere l’origine di queste instabilità e a progettarne di più stabili e silenziose eliminando l’ossigeno dalle lampade.

Il suo lavoro la rese molto popolare, ne derivarono diversi diversi brevetti e pubblicazioni di rilievo. Nel 1899 fu la prima donna ad essere prima premiata e poi ammessa come membro dell’Institution of Electrical Engineers, istituzione allora composta da 3300 uomini! Nel 1902 non fu accettata come membro della Royal Society poiché le donne sposate erano ritenute “non idonee”. Bisognerà attendere il 1946 perché una donna sia ammessa alla Royal Society, ma sicuramente Hertha diede inizio ad un lento e lungo lavoro di erosione degli stereotipi, tanto che nel 1906 la Royal Society le conferì la prestigiosa medaglia Hughes, anche in questo caso prima donna (e ad oggi conferire a donne soltanto in altre 2 occasioni!).

Targa che ricorda Hertha nel suo paese di nascita

Nel 1901 Hertha trascorse un periodo di vacanza nella regione del Kent, sulla Manica e lì iniziò a interessarsi delle increspature della sabbia e delle onde del mare e ai fenomeni provocati dall’interazione tra le onde del mare e la sabbia dei fondali. Una volta tornata a casa, riempì il laboratorio di recipienti trasparenti, con sabbia e acqua, che faceva ruotare inducendo vortici e studiando il movimento aria acqua e sabbia. Raccolse i suoi risultati in un trattato che ebbe molta risonanza. Nel 1915 con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ebbe inizio l’utilizzo dei gas tossici per scopi bellici. Hertha allora applicò prontamente le sue conoscenze sulla fluidodinamica alla realizzazione di un sistema di ventilazione per disperdere i gas in maniera efficiente. Nel maggio del 1915 propose il suo “ventilatore” all’esercito inglese che lo respinse bollandolo come troppo semplice. Ma Hertha era convinta dell’efficacia della sua invenzione e insistette. Un anno dopo l’esercito britannico ne impiegava oltre 100.000 esemplari nelle trincee in Francia e Belgio, salvando così molte vite di giovani costretti alla guerra.

Increspature sulla sabbia, come quelle studiate da Hertha dopo il soggiorno sul canal della Manica.

Hertha e le sue 2 figlie si ritagliarono un ruolo importante nelle lotte delle suffragette londinesi per i diritti sociali e politici delle donne. Hertha finanziava associazioni e partecipava a manifestazioni e proteste come a cene di beneficenza per la raccolta di fondi e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Quando il governo inglese promulgò la legge che prevedeva di rilasciare le scioperanti in gravi condizioni di salute (dovute ai pestaggi e alle violenze della polizia) affinché non morissero in prigione, mise a disposizione il suo appartamento per le cure e la riabilitazione delle prigioniere rilasciate.

Strinse un’amicizia profonda e duratura con Marie Curie, conosciuta quando quest’ultima si era recata a Londra nel 1903 per una conferenza presso il Royal Institute con il marito Pierre. Nel 1906, in seguito alla tragica morte di Pierre, i giornali inglesi diedero l’annuncio della scomparsa “dello scopritore del radio”. Hertha sapeva bene quale peso avesse avuto il contributo di Marie nella ricerca e, esasperata, inviò una lettera alla Westminster Gazzette scrivendo: “Gli errori sono notoriamente difficili da eliminare, ma un errore che attribuisce a un uomo quello che è stato in effetti il lavoro di una donna ha certamente più vite di un gatto.”

Hertha Ayrton morì nell’agosto del 1923 per la setticemia causata dalla puntura di un insetto. Gli esperimenti compiuti con i gas tossici durante gli studi del sistema di ventilazione pare abbiano accelerato l’infezione.

Tra i suoi appunti di esperimenti e bozze di articoli scientifici si trova spesso scritto: “verifica tutte le cose e aggrappati a quelle buone”. Una mente brillante e generosa che non ha avuto paura di andare contro vento per perseguire le sue curiosità scientifiche e i suoi ideali di uguaglianza sociale. Contro vento e, ovviamente, studiando le caratteristiche del moto del vento e la sua azione su ciò che incontrava.