Minibiografia a cura di Franco Luigi Fabbri

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(1862 - 1943) David Hilbert (1862 Königsberg, Prussia (ora Kaliningrad, Russia - 1943 Göttingen, Germania) svolse tutti i suoi studi nella sua città natale. Fu studente di dottorato con Hermann Minkowski icona_biografia a cui fu legato da profonda amicizia che diede origine un'altrettanto profonda influenza reciproca nei loro lavori. Insegnò nell’ Università locale dal 1886 al 1895 quando, in seguito all'interessamento di Oscar Klein icona_biografia che lo sostenne spesso nei suoi lavori, ottenne la cattedra di Matematica nella prestigiosa Università di Göttingen che era il centro di riferimento per lo studio della matematica di quel tempo.

A Göttingen, dove appena arrivato iniziò uno studio critico dei fondamenti della geometria che doveva influenzare tutta la sua opera successiva, restò fino alla fine della sua carriera. Hilbert è universalmente considerato uno dei piu grandi matematici di tutti i tempi. A lui si devono importanti contributi in vari campi della matematica: nella teoria dei numeri icona_glossario, nella teoria degli invarianti icona_glossario e nella geometria algebrica icona_glossario.

Molti dei suoi studi rigurdarono anche le equazioni integrali applicate alle soluzioni fisiche. Hilbert estese il suo approccio assiomatico alla geometria nel tentativo di basare tutta la matematica in un numero di assiomi finiti. (Nel 1931 Kurt Gödel icona_minibiografia doveva però dimostrare che questo approccio non aveva soluzioni soddisfacenti). Hilbert si rendeva peraltro conto che il programma che voleva intraprendere era comunque un’ impresa superiore alle sue forze: egli espose quindi in modo organico quelli che riteneva i punti più cruciali della ricerca alla comunità dei matematici. Nel 1900 presentò all’ International Congress of Mathematicians un “programma” di lavoro in 23 punti (23 problemi di Hilbert ). Da allora vari matematici delle successive quattro generazioni hanno lavorato sui 23 problemi di Hilbert . Questi studi in vari casi hanno portato ad interessanti sviluppi e applicazioni, in altri sono stati abbandonati. Tra questi ultimi il cosidetto problema di assiomatizzazione della fisica che in realtà Hilbert non denominò mai problema ma che indicò come Mathematical Treatment of the Axioms of Physics. Oggi questo tema è ormai abbandonato da tempo essendo considerato troppo vago e impreciso. Attorno al 1909, David Hilbert si dedicò allo studio delle equazioni differenziali ed integrali: i suoi lavori portarono direttamente a importanti filoni della moderna analisi funzionale. Per questi suoi studi, Hilbert introdusse il concetto di spazio a infinite dimensioni, chiamato in seguito Spazio di Hilbert. Oltre ad essere di grande utilità nello studio della meccanica quantistica icona_glossario, gli permise di contribuire allo sviluppo della teoria cinetica dei gas e alla teoria della radiazione.

Tra gli studenti di Hilbert vi anche Hermann Weyl icona_minibiografia. Attorno a lui, all'università di Göttingen, si raccolse un circolo a cui appartennero alcuni tra i più importanti matematici del XX secolo. Un'opinione diffusa tra i matematici è che Hilbert scoprì le equazioni di campo per la teoria della relatività generale icona_glossario prima di Albert Einstein icona_biografia, ma che non ne rivendicò mai la scoperta. Una ricostruzione storica (Scienze 1997) evidenzia che David Hilbert inviò il suo articolo il 20 novembre 1915, cinque giorni prima di quello di Einstein con le equazioni corrette. L'articolo di Hilbert uscì il 6 dicembre senza le equazioni, quello di Einstein il 2. Nella versione finale andata in stampa, David Hilbert aggiunse: "Le equazioni differenziali della gravitazione che ho ottenute mi sembrano in accordo con la magnifica teoria della relatività generale enunciata da Einstein nel suo ultimo articolo". Appare dunque evidente che Hilbert lesse l'articolo di Einstein, e aggiunse al suo il riconoscimento della priorità di Einstein.

Nota redazionale SxT

Ai nostri web-nauti interessati alla figura di David Hilbert consigliamo la lettura del: Il flauto di Hilbert. Storia della matematica-di Umberto Bottazzini:UTET, ISBN 8877508523- 2003.