(VI e V secolo a.C.) Eraclito, visse ad Efeso, nella Jonia, tra il VI e il V secolo prima della nascita di Cristo. Certamente fu uno tra i più importanti filosofi pre-socratici, tuttavia di lui sappiamo solo quel poco che ci è stato tramandato dalla biografia redatta da Diogene Laerzio nel III secolo, cioè circa 800 anni dopo la sua vita. Restano circa una centinaio di frammenti (*) di una sua opera denominata Intorno alla natura, celebri per la loro enigmaticità e che motivano l’appellativo di oscuro con cui il suo nome ci è stato tramandato dalla tradizione.
Il suo pensiero filosofico si oppone sia alla visione naturalista di Talete e dei suoi seguaci, sia a quella dei filosofi delle scuola eletica quali Zenone che negavano il mutamento della natura. La filosofia di Eraclito è basata sulla teoria del divenire (*). Panta rei – tutto scorre- , nulla resta eguale a se stesso. Eraclito sostiene che solo il cambiamento e il movimento sono reali e che l'identità delle cose uguali a se stesse è solo illusoria. Eraclito, nonostante la sua oscurità, fu un autore enormemente apprezzato e non solo nell’antica Grecia. Famosa è la frase di Hegel relativa ai frammenti di Eraclito "Non conosco alcuna proposizione di Eraclito che non avrei potuto accogliere nella mia logica, nel testo fondamentale in cui espongo le mie dottrine filosofiche".
(*) Frammento sul divenire delle cose: Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo. (DK 22 B 49 a)
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