Biografia estratta da www.torinoscienza.it a cura di Giuseppe Slaviero
(1635-1703) Robert Hooke fu uno scienziato versatile ed eclettico. I suoi interessi spaziarono in tutti i campi della scienza e della tecnica, e fu tra i più grandi sperimentatori del XVII secolo. Fu ammesso a soli 28 anni alla Royal Society come responsabile del laboratorio. Usò uno dei primi microscopi composti (costruiti in Italia da Campani), costituiti cioè da un grosso corpo cilindrico, e in cui l'obiettivo è formato da una lente biconvessa regolata da un diaframma, mentre l'oculare è costituito da una lente piano-convessa e da una piccola lente biconvessa.
Dalle osservazioni trasse e pubblicò 32 splendide tavole illustrate di anatomia di insetti comprese nell'opera Micrographia (1665), che costituirono un vero e proprio best-seller dell'epoca e venivano ancora usate nell'Ottocento. Coniò il termine cellula, che usiamo ancora oggi, in un lavoro sulla struttura "o tessuto del sughero e sulle cellule o pori di altri corpi porosi". Osservando al microscopio il sughero, Hooke usò infatti il termine latino cella per paragonarne la struttura (che oggi sappiamo essere dovuta alle pareti cellulari di cellule vegetali morte) ai cubicoli dei monasteri, in cui ogni cella accoglie un monaco.
Hooke fu anche un buon osservatore di minerali e di fossili, di cui si chiese l'origine, anticipando (due secoli e mezzo prima di Darwin ) l'ipotesi che non fossero curiose anomalie, ma prodotto di cambiamenti nell'evoluzione naturale. Dai suoi esperimenti sulla meccanica dedusse quella che ancora oggi è chiamata legge di Hooke, secondo la quale i corpi elastici (come le molle) reagiscono alle deformazioni con una forza di richiamo di intensità proporzionale all'entità della deformazione.