il bello della scienza

Chiacchiere di fisica di Stefano Marcellini

Molti pensano che la Scienza debba innanzitutto fornirci risposte. Risposte sulla struttura della materia, sul cosmo, sulla genetica, sulla biologia, sulla vita. Secondo tanti il progredire della Scienza sta nel ridurre il numero delle domande senza risposta sulla nostra comprensione della Natura. E spesso, quando gli scienziati raccontano dei mille problemi scientifici ancora aperti - la materia oscura, l’espansione accelerata dell’universo, i buchi neri, l’origine dell’universo stesso, la natura dei fenomeni quantistici, solo per citare problemi di fisica - un commento comune è “gli scienziati non ci capiscono niente”. L’innumerevole quantità di problemi senza risposta è vista da certi come l’incapacità della Scienza di comprendere i fenomeni che studia.

Sbagliato.

A me piace descrivere la conoscenza scientifica come un palloncino che si gonfia. Il volume, che cresce man mano, rappresenta l’insieme delle nostre conoscenze. Il bordo, la superficie esterna del pallone, rappresenta invece le frontiere della conoscenza, le cose oltre le quali siamo ignoranti. Quella superficie aumenta necessariamente con il volume: più sappiamo, e più scopriamo di cose che non sappiamo.

Però se oggi possiamo porci domande sulle caratteristiche dell’Universo primordiale, o sull’origine della sua espansione accelerata, è perché abbiamo sufficienti conoscenze sull’Universo primordiale e sul modo in cui esso si è evoluto e si evolve oggi, da poterci porre quelle domande. Qualche decennio fa quelle domande semplicemente non esistevano, perché non avevamo le conoscenze necessarie per porcele. È soltanto con il progredire delle nostre conoscenze scientifiche che possiamo chiederci cose che un tempo erano inimmaginabili.

Quando Galilei puntò il suo cannocchiale sul Sole mostrandone le macchie, o sulla Luna mostrandone i crateri, o su Giove mostrandone i satelliti che gli giravano attorno, quelle tre incredibili scoperte scientifiche ci rivelarono anche interrogativi senza risposta che un attimo prima erano inconcepibili. Quel cannocchiale puntato, a fronte di quel poco che ci ha svelato, ha aperto un mondo prima di allora completamente sconosciuto. È Il bello della Scienza: il crescere del sapere scientifico ci rende consapevoli che c’è una miriade di cose fantastiche là fuori, che aspettano di essere scoperte, e della cui esistenza, fino a un attimo prima, non avevamo la minima idea. Altrimenti sai che noia!