Approfondimento a cura di Antonio Venturelli

Per la prima volta si rivelano i neutrini provenienti da una stella diversa dal nostro Sole, nella fase esplosiva di supernova. Il 23 Febbraio 1987, alle ore 7.36 (T.U.), neutrini (esattamente antineutrini elettronici) provenienti dalla supernova 1987A (Grande Nube di Magellano, nel cielo australe), dopo aver attraversato tutta la terra emergono nel nostro emisfero e lasciano traccia del passaggio nei rivelatori di: IMB, così chiamato perché frutto della collaborazione tra l’Università di California a Irvine, quella del Michigan ad Ann Arbor e il Brookhaven National Laboratory;Kamiokande II (nella miniera di Kamioka in Giappone); Baksan nell’ex Unione Sovietica.

La teoria sull’evoluzione stellare prevede che nella fase finale, nel nucleo di una stella massiccia, durante il processo di fusione dello zolfo e del silicio che porta alla formazione del ferro, venga liberata una quantità enorme di neutrini. Infatti i fotoni g altamente energetici, passando vicino ai nuclei, determinerebbero la produzione di coppie elettrone positone e di neutrini.

g ? e- + e+ + n

Sulla base del numero di neutrini contati e dei valori di energia rilasciati, gli studiosi hanno calcolato, per estrapolazione, che la SN 1987A ha liberato, sotto forma di neutrini, una quantità di energia pari a 3 x 1053 erg. Rilevante il fatto che i neutrini siano arrivati qualche ora prima del lampo di luce, nonostante avessero viaggiato per 160.000 anni (la distanza della SN dalla Terra è, infatti, di 160.000 a.l.). Ciò indica che se i neutrini hanno massa, e i risultati di Superkamiokande lo hanno dimostrato, la massa dei neutrini deve essere molto piccola. Q uella dell’antineutrino elettronico sarebbe di circa 20 Ev (4 centomillesimi della massa di un elettrone).

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