Miniapprofondimento a cura della redazione di ScienzaPerTutti

 Al filosofo greco Zenone di Elea (450 a.c. ?) si devono quattro paradossi icona_glossario volti a dimostrare l' inesistenza del movimento. I due più famosi (ed anche più comprensibili) sono quello di Achille e la tartaruga o quello della Freccia.

- Paradosso di Achille e della Tartaruga

icona_smile Achille, Il corridore più rapido del mondo non raggiungerà mai la tartaruga, se questa ha un, sia pur piccolo, vantaggio. Achille infatti dovrà prima di tutto raggiungere il punto in cui si trovava la tartaruga al momento del via. Mentre Achille percorre questo tratto la tartaruga si sarà spostata in un altro punto più avanti, sia pure di poco. Achille dovrà quindi raggiungere questa nuova posizione, ma la tartaruga si sarà ancora spostata e così all’infinito. Achille non potrà quindi raggiungerla mai.

- Paradosso della freccia

Una freccia scoccata dall’arco non è in movimento come comunemente si crede, in realtà è ferma. Infatti, in ciascuno degli istanti in cui è divisibile il tempo la freccia occupa uno spazio determinato, la freccia è in riposo in ogni istante. Quindi il movimento è… la somma di istanti di riposo, quindi la freccia non si muove ma è immobile per l’eternità. Da questo paradosso prende il nome il cosiddetto effetto Zenone quantistico icona_glossario. Questi paradossi furono risolti completamente solo nel XVII secolo in seguito allo sviluppo del calcolo infinitesimale, che finalmente permise ai matematici di trattare rigorosamente i cambiamenti infinitesimi in maniera distinta e diversa dallo zero.