Presumo che il nostro web-nauta si riferisca a motori asincroni [70] e [48]. La corrente a vuoto ( per condizioni a vuoto si intende avere i circuiti del rotore aperti, o avere frequenza di rotazione del rotore sincrona con la frequenza di alimentazione; in queste condizioni si ha corrente rotorica nulla) in un motore asincrono [48] dipende dal rapporto tra il modulo della tensione di alimentazione ed il modulo della impedenza dei circuiti statorici. L'impedenza è data dalla somma vettoriale della resistenza e dalla reattanza di tali circuiti.
La resistenza statorica ha percentualmente valori bassi pertanto può anche essere trascurata, mentre la parte restante della impedenza, la reattanza, dipende essenzialmente dalla induttanza associata agli avvolgimenti statorici (Reattanza=prodotto della pulsazione per l'induttanza). L'induttanza dipende, in maniera direttamente proporzionale, dal flusso magnetico concatenato con le spire degli avvolgimenti [83]. Il flusso magnetico a sua volta dipende in maniera inversamente proporzionale dalla riluttanza del circuito magnetico: maggiore è la riluttanza minore è l'intensità di flusso magnetico a parità di corrente circolante nelle spire e quindi minore è l'induttanza e minore è la reattanza; con minore reattanza si avrà minore impedenza e con minore impedenza si avrà maggiore corrente a vuoto. La riluttanza di un circuito magnetico si riduce con la presenza di materiali ferromagnetici ed aumenta notevolmente all'aumentare dello spessore del traferro .
Da quanto detto si capisce che nei motori asincroni a seconda di come vengono realizzati gli avvolgimenti statorici ed i nuclei ferromagnetici, e a seconda dello spessore del traferro rispetto al resto del motore (statore e rotore) si può avere percentualmente una reattanza diversa; In genere la reattanza varia dal 20% al 40% dell'impedenza nominale del motore (l'impedenza nominale è l'impedenza che, se alimentata con tensione nominale, determina un assorbimento di corrente uguale a quella nominale del motore ). Ne consegue che la corrente a vuoto dei motori asincroni in genere, può appunto variare dal 20% al 40% della corrente nominale.
Per riassumere possiamo dire che il valore della corrente di assorbimento a vuoto, rispetto a quello nominale, nei motori asincroni [128] segue approssimativamente il rapporto fra lo spessore del traferro e la lunghezza totale del circuito magnetico.
Giuseppe Rossi - Ingegnere Elettrotecnico
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