Al momento del Big Bang, tutta la materia dell'Universo era concentrata in un punto. Quindi in un certo senso è corretto dire che non esiste un punto esatto in cui è avvenuto il Big Bang, ma che questo è avvenuto contemporaneamente in tutto lo spazio. In pratica non è scoppiato nulla, ma semplicemente è lo spazio (spazio-tempo) stesso che si è espanso a dismisura e continua ad espandersi. Per convincersi ulteriormente basta pensare ad un Big Bang al contrario. In qualunque posto dell’Universo vi troviate finireste in un unico punto, la singolarità iniziale.
La teoria del Big Bang [19] [76] è stata sviluppata a partire dalle misure di astrofisica e dalla teoria delle interazioni fondamentali che a sua volta si basa, ed è stata varie volte confermata, dagli esperimenti che usano gli acceleratori di particelle . Le misure di astrofisica dicono, tra l'altro, che le galassie più lontane, che sono anche più giovani, sono diverse dalla nostra. Il fatto che le galassie più lontane siano anche più giovani discende direttamente dalla teoria della relatività ristretta di Einstein (del cui anno mirabilis si e' festeggiato nel 2005 il centenario). Infatti, visto che la velocità della luce è costante , i segnali provenienti da sorgenti lontane sono necessariamente partiti in un tempo antecedente al nostro e portano informazioni relative all'epoca di partenza. Dal fatto che siano diverse gli astrofisici deducono che l'Universo non è sempre stato come quello attuale ma ha subito un'evoluzione nel corso del tempo. Dalle differenze osservate tra galassie vicine e lontane e dalla conoscenza delle interazioni fondamentali, gli astrofisici deducono le caratteristiche dell'evoluzione e usano tali caratteristiche per tracciare [219] ancora all'indietro nel tempo l'evoluzione dell'Universo fino ad un'epoca in cui le condizioni di pressione, temperatura, densità consentono di applicare le leggi delle interazioni fondamentali [1]. Il Big Bang è la condizione estrema primordiale, lo stato di partenza per la descrizione [135] dell'evoluzione in termini di teoria delle interazioni fondamentali. Il Big Bang è precedente alla formazione di qualsiasi galassia e anche alla formazione della materia che costituisce le galassie. La teoria prevede dei passaggi chiave nel corso dell'evoluzione, in particolare quello in cui i fenomeni elettromagnetici si sono disaccoppiati, diversificati da quelli nucleari. Nel 1965 Penzias e Wilson hanno misurato la radiazione cosmica di fondo costituita dai fotoni esistenti al momento del disaccoppiamento. L'esistenza di questi fotoni e le loro caratteristiche costituiscono un'importante conferma della corretta descrizione dell'evoluzione dell'Universo. In particolare, l'isotropia della radiazione cosmica di fondo indica che non esistevano strutture nell'Universo primordiale [229]. Da questa osservazione possiamo dedurre che nessuna delle strutture formatesi successivamente [198], ivi comprese le galassie conosciute, possa essere considerata differentemente dalle altre e in particolare abbia una posizione speciale nell'Universo.
Da una illustrazione originale di Jeffrey Fisher in " Pass the Celery, Ellery! Gaga and Friends Fall 2000 Stewart, Tabori & Chang " rielaborata in uno dei poster realizzato dagli studenti del Master in Comunicazione della Scienza 2005 della SISSA per il “Progetto Comunicativo 12 Autobus”
Nessuna delle strutture può dirsi centrale o periferica e l'Universo con la sua evoluzione appaiono identici qualunque sia il punto di osservazione. Per la teoria del Big Bang il nostro punto di osservazione, cioè la nostra Galassia, è proprio come tutte le altre.
Caterina Bloise – Fisico
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