espertomini

Recentemente ho letto un libro, intitolato "La natura intorno a noi"; in questo libro si parla appunto della natura, ma la cosa che mi è sembrata strana, è che dice che la natura è impassibile, non cambia, e non si muove. Questa è un'affermazione vera o falsa? Ho fatto delle ricerche in internet , ed è venuto fuori tutto il contrario! Allora, a chi devo credere? ( Martina Ferma) 330_(2194_3187_5551)

 

sem_esperto_verdeSe ci basiamo sulla nostra esperienza, e ci limitiamo ad osservare semplicemente la realtà che ci circonda, siamo indotti in modo inequivocabile alla considerazione che gli oggetti, gli esseri viventi e qualsiasi scenario che osserviamo muta di continuo (panta rei diceva Eraclito icona_minibiografia 500 a.c.). Notiamo anche che in ogni fenomeno naturale avvengono dei cambiamenti, piccoli o grandi che siano, comunque irreversibili. Irreversibili nel senso che non si potrà mai più verificare un processo spontaneo che riporti un sistema nelle condizioni precedenti. Sono sufficienti delle semplici esperienze per verificarlo. Osserviamo, ad esempio, un campo di grano o un bosco durante le stagioni o anche per periodi di tempo più corti come i giorni o le ore. Se consideriamo l'azione del vento, il passaggio degli animali o dell'uomo, possiamo dire che non sia mutato nulla? Si potrà mai riportare la terra, i granelli delle zolle, le foglie nella posizione che avevano anche solo un secondo prima? Che la realtà che ci circonda sia soggetta ad una continua inesorabile trasformazione, sia essa lenta, impercettibile, ovvero veloce, stravolgente all’istante, non è solo la considerazione conseguente da semplici osservazioni del quotidiano. Questa, in verità, è il frutto di secoli di studi. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. È la legge che individuò Lavoisiericona_biografia, uno scienziato del ‘700, iniziatore della chimica moderna. Questo è il principio che regola i fenomeni reali da sempre, ed attraverso il quale Lavoisier stabilì anche la legge della conservazione della massa. Infatti, il “tutto”, il soggetto della frase, va inteso proprio come la massa icona_glossario totale di un sistema fisico o chimico che si mantiene costante in qualsiasi processo. In realtà, nei sistemi sub-nucleari la legge è ancora valida se si considera l’equivalenza tra massa ed energia stabilita da Albert Einstein icona_biografia (del quale si è celebrato nel 2005 il centenario dell’annus mirabilis icona_wy2005) con la famosa formula E=mc2 icona_esperto[144]icona_esperto[317]. Esiste anche un altro principio fisico che esprime l’ineluttabilità della trasformazione irreversibile di ogni cosa nell’universo e dell’universo stesso, ed è il principio dell’aumento dell’entropiaicona_glossario. L’entropia icona_esperto[100] è una grandezza che esprime il grado di “disordine” di un sistema, disordine inteso giusto come numero di cambiamenti avvenuti. Riportiamo una similitudine tratta dalla vita quotidiana che ben si adatta ad esprimere il concetto di disordine e quindi di entropia. Supponiamo di osservare un ragazzo per dieci minuti nella sua stanza: noteremo subito “segni” della sua presenza dal momento che alcuni oggetti (a cominciare dalle scarpe) perderanno presto la loro posizione originaria. Se il tempo trascorso dall’adolescente in camera aumenta, aumenteranno inevitabilmente il numero di oggetti fuori posto, cambierà lo stato dei cassetti, della libreria e dei letti, in una parola, al passar del tempo, aumenta il grado di disordine. L’entropia, il grado di disordine aumenta: mai accade l’inverso. Nella vita familiare fortunatamente altri interventi rimetteranno l’ordine perduto. La crescita del disordine, l’aumento dell’entropia icona_esperto[100] è una legge universale. In un sistema isolato l’entropia aumenta sempre. Secondo studi rigorosi è stato dimostrato che lo stato delle cose cambia continuamente, che l’entropia dell’universo aumenta, e che il concetto dell’irreversibilità del tempo è profondamente legato a tale legge. Il legame tra la crescita dell’entropia e l'irreversibilità del tempo venne studiato in termini probabilistici dal fisico Ludwing Boltzmann icona_biografia alla fine del 1800. Alla luce di quanto detto, è difficile interpretare la frase riportata dal nostro web-nauta se non in senso di metafora. Probabilmente l’autore del libro citato si riferisce alle leggi della natura piuttosto che alla natura. In questo caso, è assolutamente giusto dire che le leggi sono immutabili e che sono le stesse in ogni parte dell’universo. Anche questo principio è frutto di studi approfonditi nel corso dei secoli ed ai quali hanno dato un contributo rilevante scienziati del calibro di Galilei icona_biografia e Newton icona_biografia, ma sul quale comunque si continua ad indagare adesso più che mai dati i mezzi tecnologici recentemente acquisiti che permettono di fare misure nell’infinitamente piccolo con le macchine che accelerano particelle , e di osservare con telescopi terrestri e satellitari, lo spazio nel più profondo dell’universo .

Giuseppina Modestino - Fisico