Vorrei sapere che cosa si intende per apprendimento subliminale e se è vero che durante il sonno il cervello è particolarmente predisposto per l'apprendimento. (Carlo Roberto) (_5585)
I primi esperimenti sull’ ipnopedia , pratica di apprendimento subliminale durante la fase di sonno di un individuo, furono svolti in Russia, precisamente in un istituto tecnico di Kiev in Ucraina, intorno agli anni 30 del secolo scorso. Si pretendeva di far apprendere ad un dormiente i contenuti di una lezione ripetuta molteplici volte da un registratore sonoro. Negli ultimi quaranta anni essa è stata sconfessata da molteplici ricerche scientifiche. Malgrado ciò oggi esistono ancora, non solo sprovveduti estimatori, ma anche colpevoli ed interessati promotori di questa pratica.
I nostri web-nauti possono trovare nella rubrica il testo del Provvedimento n.13693 del garante della pubblicità che ha ritenuto ingannevole un messaggio pubblicitario relativo di un apparecchio per l’apprendimento durante il sonno. Il documento riporta varie valutazioni scientifiche sull’inefficacia dell’ipnopedia. Tra gli altri il giudizio fornito dal Prof. C. Violani, Presidente della Società Italiana di Ricerca sul Sonno ed ordinario di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Roma recita testualmente:
“Inoltre, "per quanto riguarda l'ascolto e l'apprendimento nel sonno, le ricerche condotte a partire dagli anni '60 convergono nel concludere che l'ipnopedia è priva di qualsivoglia prova di efficacia e, ragionevolmente, impossibile."
Le neuroscienze hanno infatti largamente dimostrato che, nella fase del sonno, vi è una totale sconnessione tra la corteccia cerebrale (nella quale si articolano i meccanismi mentali, della concentrazione, del pensiero, del linguaggio delle coscienza e della memoria) e i segnali sensoriali che incanalano le esperienze verso la corteccia. Non vi è quindi alcuna possibilità di immagazzinare nuove cognizioni che pervengano dall’esterno.
Altra cosa è invece l’importanza del sonno per il consolidamento delle nozioni apprese durante la veglia. L’ipotesi che il sonno possa avere un ruolo fondamentale nel consolidamento dei processi mnemonici e cognitivi memorizzazione ha ricevuto numerose conferme empiriche da recenti studi comportamentali, neurofisiologici e di genetica molecolare, sia nell'uomo che nell'animale. Tuttavia è essenziale che il primo immagazzinamento delle nozioni sia avvenuto nella fase di veglia. Una buona notte di sonno dà il via ad una seguenza di eventi nel nostro cervello che migliorano la memoria e quindi consolidano il nostro sapere. Nelle varie fasi di sonno il cervello (M. Jouvet -1967, Neurophysiology of the states of sleep, in Physiological Reviews, 47, pp. 117-177) attua la riscrittura, l’archiviazione e indicizzazione delle esperienze acquisite nella precedente fase di veglia (Dement 1998, Ficca et al. 2005). Studi pubblicati dalla rivista Neuroscience, hanno confermato questa ipotesi che ci fa anche capire come mai i nostri i bambini hanno bisogno di più ore di sonno di noi adulti. La mole di nuove nozioni da organizzare e stabilizzare è infatti per loro molto maggiore. Per il motivo opposto l’anziano sembra avere meno bisogno di dormire. L’articolo suggerisce anche che il sonno possa avere un ruolo positivo nei protocolli dei percorsi di riabilitazione di pazienti con ictus o lesioni cerebrali minori.
Potremmo concludere dicendo che il sonno è effettivamente essenziale per consolidare l’apprendimento ma che per apprendere e memorizzazione bisogna essere ben svegli. Dunque non esistono scorciatoie!
La Redazione SxT/flf
ultimo aggiornamento maggio 2013