a cura di Paolo Lenisa

La strana storia dei misteriosi raggi-X

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Tutto iniziò nel 1785 quando G. Morgan della Royal Society, pubblicò un rapporto in cui descriveva il risultato di uno dei suoi esperimenti: creando il vuoto in un tubo di vetro attraverso di esso non poteva passare una corrente elettrica, ma, facendovi entrare una piccola quantità di aria, il vetro si illuminava di un colore verde pallido. In seguito, William Crookes studiò in dettaglio questo fenomeno introducendo il tubo che porta il suo nome (tubo di Crookes) e scoprendo la fluorescenza nei gas. Nel 1895 Roentgen, riproducendo gli esperimenti di Crookes, scoprì che i lampi uscenti dal tubo fluorescente illuminavano un fiasco di sali di bario all’altra estremità della stanza. La cosa sorprendente era che il tubo di Crookes era avvolto in cartoncino nero, e tra il tubo ed sali si trovavano varie bottiglie, alcune assi di legno ed una mezza dozzina di libri. Roentgen comprese che quei raggi, a differenza di quelli di natura luminosa, erano in grado di passare attraverso gli oggetti solidi. Essendo nuovi e sconosciuti, li battezzò come “raggi-misteriosi", o “raggi-X”, dato che con la lettera X si indica la variabile sconosciuta in un'equazione matematica. Dopo aver studiato la sua scoperta in vari modi, Roentgen si decise ad effettuare una fotografia e scoprì che i raggi-X imprimono la lastra fotografica. All’inizio provò con quello che aveva a portata di mano: una scatola di legno con i pesi, una bussola, una canna di fucile, una serratura. Ottenne immagini sfocate, ma perfettamente comprensibili. Infine, dato che non poteva controllare l’esperimento e fare la prova sulla sua, chiese a sua moglie di metter la mano sotto il tubo, per quindici minuti. Con grande sorpresa, l'immagine mostrò perfettamente le ossa della mano, fino ad allora nascoste all’occhio umano dalla carne e dalla pelle. Nacque così la prima radiografia che rese la mano di Bertha una delle più famose nella storia dell’umanità. Oggi sappiamo che i misteriosi raggi-X sono radiazioni elettromagnetiche esattamente della stessa natura della luce, essendo distinti da essa solo per la frequenza che li caratterizza. 

 

 

Chirurgia laser della cataratta

occhio, pixabay 2022

La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino legato a fenomeni di ossidazione delle proteine che lo costituiscono. E’ il risultato di un fenomeno biochimico che si verifica con l'aumentare dell'età. La chirurgia tradizionale della cataratta è uno degli interventi chirurgici più frequentemente eseguiti ed anche uno dei più sicuri ed efficaci. Nonostante ciò, l’esito è fortemente dipendente da abilità ed esperienza del chirurgo. Nella chirurgia tradizionale, il chirurgo utilizza una lama di metallo o diamante per creare un'incisione nella zona in cui la sclera incontra la cornea. L'obiettivo dell’incisione è di entrare parzialmente in profondità verticalmente e poi orizzontalmente nella cornea per circa 2,5 mm e poi entrare nell'occhio. Il chirurgo può quindi rompere e rimuovere la cataratta, che si trova proprio dietro la pupilla. Nell’approccio della chirurgia laser della cataratta, si acquisisce preventivamente un’immagine tridimensionale dell’occhio (OCT = Optical Coherent Tomography). Successivamente, tramite l’utilizzo dell’immagine OCT, di un laser con impulsi di luce dell’ordine dei femtosecondi e di un opportuno sistema di controllo computerizzato è possibile effettuare un'incisione con preciso posizionamento, profondità e lunghezza in tutti i piani, senza doversi basare sull’esperienza del chirurgo.