Concorso SxT "Il Tempo"

approfondimento a cura di Paolo Lenisa

Per quanto ne sappiamo, gli esseri umani sono gli unici animali ad essere consapevoli del passare del tempo e di avere una coscienza del passato che vada al di là di puro istinto e condizionamento comportamentale. Il nostro senso del tempo sembra aver avuto origine come prodotto dell'evoluzione, e non è un processo puramente automatico o innato, ma una attività complessa che sviluppiamo durante la crescita. Il meccanismo reale con cui il cervello percepisce ed elabora il concetto di tempo è complesso e non ancora pienamente compreso. A differenza di altri sensi come visto, udito, gusto, la percezione del tempo coinvolge diverse parti del cervello in un sistema distribuito che include corteccia cerebrale, cervelletto e gangli basali.

Quando il cervello riceve nuove informazioni dal mondo esterno, i dati grezzi non arrivano necessariamente nell'ordine richiesto per elaborarli. Il cervello riorganizza le informazioni e le presenta in una forma più comprensibile.

Nel caso di informazioni familiari, questo processo avviene rapidamente, nel caso in cui le informazioni invece siano nuove l’elaborazione richiede un tempo più lungo. Questa elaborazione aggiuntiva causa una percezione di dilatazione temporale. E’ questo il motivo per cui ad un bambino l’estate sembra durare per sempre, mentre, ad un adulto impiegato in una occupazione ripetitiva, gli anni sembrano scorrere sempre più veloci.

 

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