di Luca Casonato, vai al sito www.lucacasonato.com 
Nei testi di storia della fotografia ho sempre letto che il record per la più grande macchina fotografica del mondo era detenuto da un’apparecchio a corpi mobili costruito dal fotografo George R. Lawrence ai primi del ‘900 per scattare l’allora foto più grande del mondo di uno dei treni della società Chicago & Alton. La macchina fotografica di nome “Mammoth” poteva scattare negativi-fotografie di 8 metri per 4,5 e doveva essere manovrata da 15 persone da quanto grande era.
Mi avrei immaginato di incontrare un apparecchiatura fotografica decine di volte più grande di questa! Durante la visita dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso ho avuto l’occasione di fotografare la parte italiana dell’apparecchiatura dell’esperimento Opera : una gigantesca collezioni di mattoni (decine di migliaia disposti in bell’ordine per costituire una sorta di parallelepipedo) costituiti ciascuno da decine di lastre fotografiche aventi lo scopo di registrare eventi neutrinici. In termini più poetici o forse semplicemente più pratici, un’immensa macchina fotografica per neutrini. “Mammoth” sarebbe impallidita al confronto, come una tomba gentilizia di un cimitero italiano al confronto con le piramidi egizie. Pensate che le dimensioni sono tali che ho addirittura potuto camminarci sopra, infatti il tetto di Opera è attrezzato con molteplici postazioni di controllo e vari computer e server, e l’apparecchiatura occupa una galleria intera. Per poter studiare un evento infinitamente piccolo si è dovuto costruire un oggetto gigantesco, una fotocamera over-size. Devo ammettere che trovo questo fatto molto curioso e divertente.
Un altro aspetto che alcune volte desta in me dello stupore consiste nel fatto che le foto di Opera sono in buona sostanza anche delle immagini di una fotocamera, come se un pittore dipingesse un pennello.
