Chien Shiung Wu nasce il 31 maggio 1912

Chien Shiung Wu, wikimedia commons https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chien-shiung_Wu_(1912-1997)_C.jpg

Biografia della rubrica “Vita da genio” a cura di Chiara Oppedisano

Chien Shiung Wu nacque nella piccola città di Liuhe vicino a Shanghai nel Maggio 1912, proprio all’indomani della rivoluzione repubblicana che sancì importanti diritti per le donne cinesi, tra cui quello di poter accedere all’istruzione. Suo padre, un ingegnere, credeva nell’uguaglianza tra uomo e donna e istituí la prima scuola femminile della regione nella quale Chien Shiung iniziò i suoi studi incoraggiata dai genitori.

A 10 anni dovette lasciare la famiglia per continuare gli studi a Shangai. Nel 1929 fu ammessa all’Università Nazionale Centrale (che in seguito divenne Università di Najing) dove si laureò nel 1934 in fisica con il massimo dei voti.
Nel 1936 partí per gli Stati Uniti grazie al sostegno economico di uno zio e a una borsa di studio accordatale dall’Università del Michigan. Non arrivò mai nel Michigan: sbarcata a San Francisco, fece visita al dipartimento di fisica di Berkeley, accompagnata da uno studente cinese, Luke Yuan, che studiava con il professor Lawrence, costruttore del primo acceleratore di particelle, il ciclotrone. Lawrence rimase molto impressionato da Chien Shiung, tanto da offrirle una borsa di dottorato perché restasse a Berkley. Chien Shiung accettò. Qualche anno dopo, nel 1942, Luke Yuan divenne suo marito.

Iniziò dunque il dottorato in fisica nucleare sperimentale studiando la catena di fissione dell’uranio, seguita dal professor Lawrence e da Emilio Segrè e collaborando con scienziati del calibro di Robert Oppenheimer. Conseguì il titolo di dottore in ricerca nel 1940.

In quegli anni, ad Hanford, Enrico Fermi stava studiando le reazioni di produzione di plutonio. Fermi e i suoi collaboratori però si imbattevano in un problema che non riuscivano a risolvere: dopo aver funzionato per qualche ora, la reazione si spegneva spontaneamente. Narrano le cronache che Segrè abbia consigliato a Fermi di “chiedere a Madame Wu”, la quale suggerì che uno dei prodotti della catena di fissione, lo Xenon-135, avesse un’alta sezione d’urto di cattura dei neutroni prodotti, diminuendo così la probabilità di innesco di ulteriori fissioni.

Pochi mesi dopo il suo arrivo negli Stati Uniti, a cavallo tra il 1937 e il 1938, il Giappone aveva invaso la Cina, perpetrando orribili crimini sulla popolazione civile. Chien Shiung per 8 lunghi anni non ebbe notizie della sua famiglia e non potè sapere se fossero stati risparmiati dagli orrori della guerra.

Nel 1942, si spostò sulla costa orientale degli Stati Uniti seguendo il marito che aveva ottenuto un posto a Princeton. Chien Shiung si scontrò con i pregiudizi che a quell’epoca non permettevano a una donna di insegnare nella maggior parte delle università americane. Soltanto l’accorata raccomandazione del professor Lawrence riuscì a far sì che diverse prestigiose università le offrissero un posto. Scelse Princeton, diventando la prima donna ad insegnarvi. Nel giro di qualche mese fu assoldata per il progetto Manhattan presso la Columbia University, dove si occupò dell’arricchimento dell’uranio, ovvero della separazione dall’isotopo abbondante di Uranio 238 del più raro ma enormemente più fissile Uranio 235.

La fine della guerra le portò diverse liete notizie: la sua famiglia in Cina era sana e salva, la Columbia University le offrì un posto da ricercatore senior e nel 1947 nacque suo figlio, Vincent. Negli anni successivi si dedicò allo studio del decadimento beta, quello che rimase sempre per lei “come un caro vecchio amico”. Confermò sperimentalmente la teoria elaborata da Enrico Fermi sui decadimenti beta e sulle interazioni deboli, conducendo con rigore, completa dedizione e accurata sistematicità i suoi esperimenti.

Nel 1949 in Cina si instaurò il regime comunista, Chien Shiung ottenne la cittadinanza americana. Questi avvenimenti non le permisero di ritornare in Cina fino agli anni Settanta.

Nel 1956, per spiegare alcune osservazioni sperimentali su alcune particelle appena scoperte, i fisici Tsung Dao Lee e Chen Ning Yang ipotizzarono che la parità potesse non essere conservata nelle interazioni deboli (la conservazione della parità implica che la leggi che governano un sistema siano valide anche per la sua immagine speculare, ovvero che la natura non prediliga una direzione). Chien Shiung decise di mettersi al lavoro per verificare sperimentalmente questa ipotesi, utilizzando un isotopo del Cobalto. L’esperimento doveva essere effettuato a temperature prossime allo zero assoluto (-273.15 ℃) e Chien Shiung propose di collaborare con un gruppo il National Bureau of Standards di Washington dove avevano le attrezzature necessarie all’esperimento che intendeva effettuare. L’esperimento fu pronto un paio di giorni dopo il Natale 1956, le misure vennero ripetute e controllate scrupolosamente per giorni. Il 9 Gennaio 1957 il gruppo guidato da Chien Shiung annunciò che la parità non era conservata nelle interazioni deboli. Fu una scoperta sensazionale, che ribaltava ancora una volta le certezze del mondo della fisica e apriva nuovi scenari. Nello stesso anno Lee e Yang ricevettero il premio Nobel per la scoperta. Il riconoscimento purtroppo era stato dato solo a chi aveva formulato la teoria e lei, che aveva condotto il cruciale esperimento, era stata dimenticata. Negli anni seguenti della sua carriera scientifica studiò gli atomi esotici e, nell’ultimo periodo, passò alla biofisica studiando le anomalie nell’emoglobina in caso di anemie. Dopo essersi ritirata dalla vita accademica, riprese il cammino da dove suo papà le aveva fatto muovere i primi passi, iniziò infatti a girare il mondo spendendosi per raccontare e testimoniare come con determinazione, impegno e dedizione era riuscita a entrare in un mondo che era precluso alle donne. 
La “Madame Curie cinese”, come spesso è stata chiamata, riuscì così a sensibilizzare e ispirare ragazze e donne di tutto il mondo. E continua a farlo ancora oggi. Morí nel 1997, le sue ceneri, come per sua volontà, sono conservate nel cortile della scuola fondata da suo padre per permettere a lei e alle altre bambine della regione di studiare.