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(1776-1856)  Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro nacque a Torino il 9 agosto 1776 da Filippo, conte di Quaregna e Cerreto, alto magistrato e poi senatore del regno di Sardegna. Avviato anch'egli agli studi giuridici, conseguì a Torino la laurea in giurisprudenza nel 1795 e il titolo di dottore in legge ecclesiastica nel 1796. Pur ricoprendo, successivamente, vari uffici pubblici giuridico-amministrativi, si dedicò allo studio prediletto delle scienze fisiche e matematiche e seguì per alcuni anni i corsi del fisico A.M. Vassalli-Eandi (1761-1825). Nel 1803 e nel 1804 presentò all'Accademia delle Scienze di Torino, insieme col fratello minore Felice, due memorie, che restarono manoscritte: una sull'elettricità, l'altra sul legame salino. Nel 1806 gli fu affidato l'incarico di ripetitore di fisica nel Regio Collegio delle provincie e nel 1809 quello di professore di `filosofia positiva' (matematica e fisica) nel Regio Collegio (liceo) di Vercelli.

Durante questo periodo pubblicò, sul `Journal' di Lametherie, le sue due opere più famose. Nel 1811 pubblica il Essai d'une maniere de determiner les masses relatives des molecules elementaires des corps, et les proportions selon lesquelles elles entrent dans ces combinasions in cui introduce una chiara distinzione tra il concetto di atomo e di molecola che gli permette di conciliare le idee di Dalton (che portano al principio di Avogadro) con le osservazioni di Gay-Lussac. Nella seconda memoria del 1814 il principio di Avogadro è espresso in forma evidente: Volumi eguali di sostanze gassose, a eguale temperatura e pressione, rappresentano lo stesso numero di molecole, in modo che le densità dei diversi gas sono la misura delle masse delle loro molecole e i rapporti dei volumi nelle combinazioni fra gas altro non sono che i rapporti fra i numeri di molecole che si combinano per formare molecole composte.

Nel 1819 fu nominato socio ordinario dell'Accademia delle Scienze di Torino e nel 1821 divenne socio dell'Accademia dei XL. Dal 1820 al 1822 tenne, presso l'Università di Torino, la prima cattedra italiana di `fisica sublime' (fisica matematica), fino a che essa non venne soppressa dal governo piemontese per motivi politici (luglio 1822). Avogadro ebbe il titolo di professore emerito ed una modesta pensione. Nel 1824 fu nominato, quale giureconsulto, maestro uditore nella Regia Camera dei conti. La cattedra a Torino venne ripristinata solo nel 1832 ed affidata a A.L. Cauchy, ma nel 1834 venne restituita ad Avogadro che la tenne fino al 1850. Tra altri incarichi pubblici, Avogadro fu presidente della Commissione pesi e misure nella cui veste ebbe il merito di introdurre il sistema metrico decimale in Piemonte. Muore a Torino il 9 luglio 1856.

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