di R. Bernabei, R. Cerulli
La prima evidenza sperimentale dell’esistenza di materia oscura nell’Universo è dovuta alle misure della velocità delle galassie che compongono l’ammasso COMA, eseguite da F. Zwicky nel 1933.
Queste osservazioni mostrarono che la sola componente visibile di materia non poteva dare conto delle velocità misurate e che la materia non luminosa era presente nell’ammasso in percentuale nettamente superiore rispetto alla materia visibile.
Pochi anni più tardi, nel 1936, fu confermata l’esistenza di materia oscura studiando l’ammasso di galassie della costellazione della Vergine. Nel 1974, è stato eseguito da due diversi gruppi di ricerca uno studio sistematico su molte galassie a spirale.
Numerose altre evidenze sperimentali dell’esistenza della materia oscura nell’Universo sono state ottenute negli anni successivi.
Tra esse ricordiamo: la misura della velocità di rotazione della Grande Nube di Magellano intorno alla nostra Galassia, che risulta maggiore di quella attesa considerando l’attrazione gravitazionale della sola massa visibile, lo studio dei Raggi X emessi dalle nubi di gas che circondano le galassie ellittiche e la distribuzione delle velocità del plasma caldo intergalattico negli ammassi di galassie.