di Franco L. Fabbri e Luigi Benussi
Guardando il Sole che sorge nel cielo con tutta la sua potenza, non pensiamo mai al momento in cui, esaurito il suo combustibile nucleare, andrà progressivamente spegnendosi. Ma questo è il destino di tutte le stelle.
Nelle stelle è proprio l’attività nucleare che, mentre mantiene acceso il loro “fuoco”, si oppone anche alla forza di gravità che tenderebbe a concentrare tutta la materia dell’astro in un volume piccolissimo.
Quando una stella “muore” non c’è più alcuna forza capace di opporsi alla gravitazione che fa progressivamente addensare tutta la materia dell’astro verso il suo centro.
A seconda della massa della stella originaria si hanno vari stati finali di evoluzione. Nel caso di stelle con massa superiore a tre volte la massa del nostro Sole, la gravitazione prevale senza più arrestarsi, così tutto il materiale si comprime e la concentrazione nella regione centrale cresce enormemente. Le densità che si raggiungono sono per noi inconcepibili: in queste condizioni un cucchiaio di materia addensata pesa addirittura più di 10 miliardi di tonnellate! Entro una certa distanza attorno alla stella originaria ogni cosa, inclusa la luce, viene attratta e “inghiottita". Si è formato un buco nero!