Distribuzione della Dark Matter nel nostro universo |
Qual è l’elemento ultimo ed indivisibile della materia che ci circonda? Democrito e gli atomisti presocratici credevano fosse l’atomo (l’indivisibile, appunto) e così per molti secoli si è considerato l’atomo come il mattone fondamentale della materia. Negli ultimi cento anni si è andati a ritroso tra i componenti dei componenti scoprendo che l’atomo, a sua volta, ha un nucleo formato da protoni e neutroni, e che questi, a loro volta hanno dei costituenti ancora più fondamentali, i quark . E i quark? Sono forse anch’essi costituiti da altri elementi? Stringhe, prioni o forse pura energia? La fisica moderna ed in particolare quella del XX secolo ha rivelato che materia ed energia sono indissolubilmente legate. E=mc2, recita la famosa relazione scoperta da Albert Einstein indicando che la materia si può trasformare in energia e vice versa. Non solo, scoperte ancora più recenti mostrano che il vuoto , l’assenza di materia, su scale microscopiche brulica di un’attività insospettabile: particelle ed antiparticelle danno vita ad una danza continua in un processo di annichilazione/rigenerazione: trasformazione della materia in pura energia e trasformazione nuovamente dell’energia in materia. Se si accetta l’idea che le particelle elementari, di cui tutta la materia conosciuta è costituita, possano crearsi e distruggersi, ha ancora senso parlare di materia, nell’accezione dei presocratici? La storia del pensiero umano mostra che spesso, per capire e progredire nella conoscenza del nostro mondo e della realtà che ci circonda, è indispensabile porsi le domande giuste e la correttezza delle domande via via cambia con le conoscenze che l’uomo accumula nella sua evoluzione. E cosi per i presocratici ha avuto senso domandarsi quale fosse il costituente ultimo della nostra realtà; considerare per secoli un costituente elementare unico ed indivisibile ben distinto dall’energia sprigionata dal fuoco o dal Sole. Quando le nuove scoperte di fenomeni microscopici suggerirono che la materia e l’energia hanno una natura comune e indissolubilmente legata, i grandi fisici del XX secolo capirono che le domande e le risposte date sino ad allora non erano adeguate e per spiegare I nuovi fenomeni occorreva cambiare il paradigma sino ad allora vigente ricorrendo ad una spiegazione lontana dalla nostra esperienza sensoriale quotidiana ma capace di spiegare l’inspiegabile in un quadro coerente. E cosi, sulla base delle nuove teorie, la fisica quantistica e la relatività, si è arrivati a comprendere e realizzare la scissione del nucleo atomico, manifestazione macroscopica dalle conseguenze inimmaginabili, di quelle nuove leggi tanto lontane dalla nostra esperienza. In parallelo alla comprensione scientifica e razionale della nostra realtà esiste una dimensione diversa, legata alle nostre sensazioni, forse un retaggio dell’istinto nell’evoluzione dell’uomo che permette di ‘percepire’ la realtà piuttosto che di capirla. I Prigioni di Michelangelo che cercano di liberarsi dalla materia-marmo sono pura energia così come i futuristi che riescono a catturare il dinamismo e l’energia del movimento e congelare l’atto in una tela statica ed immobile, ma non per questo meno evocativa. L’arte si è spesso interrogata sul concetto di materia ed energia fornendo la sua propria spiegazione e visione. Molte opere di Lucio Fontana hanno come titolo ‘Materia’ ed i tagli sulla tela che lo hanno reso famoso ci conducono in una dialettica tra assenza/presenza non lontana dall’interpretazione razionale e rigorosa che diamo nella fisica moderna sul vuoto ed il suo opposto.
Materia ed energia ci sembrano concetti ben stabiliti della nostra realtà. Tuttavia il nostro Universo è costituito solo in minima parte dalla materia e dall’energia nella forma che abbiamo studiato ed in parte capito. Sulla base delle conoscenze attuali si stima che il 95% dell’Universo sia costituito da una forma diversa di materia ed energia: la Materia oscura e l‘Energia oscura (poiché non visibile alla luce). Per ora non abbiamo prove certe della sua esistenza né una spiegazione di cosa sia, ma nuovi esperimenti permetteranno forse di catturarla e studiarne le sue caratteristiche e la sua natura. Abbiamo dinanzi un mistero che ci costringerà ancora una volta a cambiare la nostra visione della realtà per descrivere in modo consistente il mondo che ci circonda e ri-scoprire che quello che credevamo di aver capito è solo un'approssimazione di una realtà molto più complessa.
Il Cavaliere rosso, Carlo Carrà, 1913 |
Rosso plastica, Alberto Burri, 1962 |