Minibiografia a cura di Giacomo Bormetti
(1902-1950) Era un linguista, statunitense. Egli amava definirsi un “ecologo statistico umanista”. Esperto di filologia germanica, durante i venti anni trascorsi ad Harvard fu un forte propugnatore dell’uso della matematica nelle scienze sociali. Morì poco dopo aver pubblicato Human Behaviour and the Principle of Least Effort, che è considerata la summa delle sue ricerche.
Molti concordano nell’affermare che in quest’opera la genialità di base resta offuscata da una quantità di nozioni banali e osservazioni inopportune. I risultati innovativi da lui ottenuti vennero fortemente contestati dell’ambiente scientifico che non riconobbe mai il valore delle sue ricerche e rivalutati solo successivamente alla sua morte, quando le scienze naturali e quelle umanistiche hanno riconosciuto la veridicità delle sue osservazioni.
L’esperienza umana di questo singolare individuo è ben descritta dalle parole di Mandelbrot “[in Zipf] si riconosce, in modo chiaro ed anche caricaturale, la straordinaria difficoltà che soggiace ad ogni approccio interdisciplinare”.