Il Sole è la nostra stella, ma quanto ne sappiamo del suo funzionamento? Questo percorso ci darà qualche informazione in più e ci spiegherà chi e come lo sta studiando. Scopriremo così che Borexino, un esperimento presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, è alla frontiera di tale ricerca.
percorso di Francesco Vissani
La gente crede che gli scienziati abbiano un'idea precisa di come funziona il Sole, e questa è una opinione ben fondata. La cosa sorprendente, però, è che la convalida definitiva è piuttosto recente: infatti, è stata solo l'osservazione di alcune speciali particelle a convincere la maggior parte degli scienziati che le nostre aspettative sul Sole sono - in buona misura - corrette.
Certo, l'umanità vede il Sole da sempre, ma la luce ci permette di osservare solo la sua superficie e non le sue regioni interne, quelle in cui viene liberata l'energia che permette al Sole di splendere (e a noi di vivere).
Tuttavia, ragionando sugli strumenti offerti dalla scienza, ci siamo resi conto che era possibile osservare l'interno del Sole per mezzo di una particella elusiva chiamata neutrino. Il compito che queste particelle svolgono per noi è simile a quello svolto dai raggi X, che vengono utilizzati dai medici per osservare le parti interne del nostro corpo. La differenza è soprattutto quantitativa: i neutrini ci permettono di vedere molto molto più in profondità.
L'illustrazione trasmette questa idea in modo divertente, anche se è lontana dalla realtà. Procediamo allora ad elaborare il punto: come funziona la "vista neutrinica"?
I neutrini possono essere considerati come particelle molto piccole: il rapporto tra le dimensioni degli atomi e quelle dei neutrini solari è lo stesso che tra le dimensioni della Terra e quelle dei virus! II neutrini passano quindi attraverso la materia solare e ci raggiungono indenni, essendo così incredibilmente piccoli. Questa è in sostanza la ragione per cui queste particelle sono state sfruttate dai fisici per vedere l'interno del Sole.