Nel percorso “Visioni Incrociate” si esplora la visione stereoscopica. Quest'ultima gode ciclicamente di rinnovato interesse presso il grande pubblico, come dimostra la dilagante produzione di film in “3D”. Non si tratta in realtà di una novità, visto che film di questo tipo venivano prodotti in abbondanza anche negli anni ’50.
percorso a cura di T. Virgili
Le nuove tecnologie che fanno uso di occhialini elettronici consentono ovviamente di migliorare la qualità delle immagine, tuttavia si basano tutte sulla visione tradizionale parallela per cui l’occhio sinistro (destro) vede l’immagine sinistra (destra) come in figura.
Negli stessi anni erano molto comuni alcuni dispositivi per la visione tridimensionale, ad esempio i “viewmaster”. È possibile costruire in modo molto semplice un visore del genere utilizzando un cartoncino e una coppia di lenti di plastica (su internet si possono ordinare a prezzi irrisori), come illustrato in dettaglio al seguente Visore 3d
Il motivo per cui sono necessarie lenti è dovuto al fatto che l’immagine in questo caso deve necessariamente essere di dimensioni contenute. Più esattamente, la distanza tra le due immagini deve essere inferiore alla distanza tra i nostri occhi (circa 8 cm), in caso contrario non riusciremmo ad avere la visione parallela, come nella figura sopra. Un metodo alternativo ben noto è quello dell’uso di due tonalità di colore diverse, per esempio rosso e blu. In questo caso le due immagini vengono fuse insieme, e viste mediante un paio di occhialini con lenti colorate, che filtrano ciascuna il giusto colore. Un esempio di immagine del genere è dato dalla figura seguente:
In realtà è possibile vedere questi “stereogrammi” anche senza l’aiuto di visori o lenti speciali, come vedremo nel seguito.