di Paolo Lenisa

 

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Una delle notizie scientifiche che hanno maggiormente colpito l’immaginario collettivo negli ultimi anni è stata quella riguardante i cosiddetti neutrini superluminali. Nel Settembre 2011 fu annunciato ufficialmente che pacchetti di neutrini prodotti nei laboratori del CERN di Ginevraicona_linkesterno e inviati verso i laboratori dell’INFN del Gran Sassoicona_linkesterno giunsero a destinazione, dopo un viaggio di 732 chilometri attraverso la crosta terrestre, con leggero anticipo sui tempi previsti lasciando intravedere la possibilità che i neutrini avessero viaggiato ad una velocità superiore a quella della luce nel vuoto. Ciò era in palese contrasto con la teoria della relatività di Einstein secondo la quale la velocità della luce nel vuoto, indicata con la lettera c e pari a 299.792,458 chilometri al secondo, costituisce un limite irraggiungibile e invalicabile da parte di particelle dotate di massa. La teoria della relatività è una delle teorie fondamentali della fisica moderna e, nonostante numerosi tentativi, non era mai stata contraddetta sperimentalmente.

Dopo il rivoluzionario annuncio, l’intera comunità scientifica mondiale si è attivata per controllare il risultato indipendentemente con altri esperimenti. Finalmente, alla Conferenza Internazionale sulla Fisica del neutrino e astrofisica del giugno 2012, Il direttore di ricerca del CERN ha presentato i risultati sul tempo di percorrenza di neutrini dal CERN ai laboratori del Gran Sasso, a nome di quattro esperimenti (Borexino icona_linkesterno, Icarusicona_linkesterno , LVDicona_linkesterno e Operaicona_linkesterno ). Tutti e quattro gli esperimenti avevano misurato un tempo di volo dei neutrini al di sotto della velocità della luce, a conferma che i neutrini rispettano il limite di velocità cosmica di Einstein. L'anomalia precedente è stata attribuita ad un elemento difettoso del sistema di cronometraggio delle fibre ottiche dell'esperimento.

L’episodio appena citato è tra quelli con maggior impatto mediatico degli ultimi anni ed ha causato, in un certo immaginario collettivo, una sorta di scetticismo verso la ricerca scientifica stessa. In ambito fisico, la teoria della relatività ristretta che veniva messa in dubbio è una delle teorie più consolidate e confermate sperimentalmente dell’ultimo secolo e su di essa si basano tutte le teorie moderne delle interazioni fondamentali. Eppure molti fisici, appena ricevuto notizia del risultato inaspettato si erano attivati per mettere in discussione tutto ciò che era stato acquisito fino a quel momento ed iniziare una nuova interpretazione del mondo. L’apertura all’analisi di eventi nuovi e contraddittori che possano essere origine di nuove e rivoluzionarie interpretazioni della realtà è una delle condizioni necessarie al progresso scientifico stesso. Le maggiori scoperte scientifiche sono state spesso legate alla capacità dell’uomo di abbandonare le categorie di pensiero acquisite ed ormai consolidate per essere aperto a comprendere quanto rivoluzionaria sia la natura stessa.

 

 

 

ultimo aggiornamento maggio 2014