Il percorso “Sedna e la gravità” ci spiega come la gravità sia stata responsabile della condensazione della materia dell’universo fino alla formazione delle galassie e alla nascita delle stelle e dei pianeti. “Sedna” a cui si fa riferimento nel titolo è il lontanissimo e freddo corpo celeste, osservato per la prima volta nel 2003, che potrebbe essere considerato il decimo pianeta del Sistema Solare, più piccolo di Nettuno e tre volte più lontano.
Fin dalla formazione dei primi atomi, sulla spinta primordiale del Big Bang, la grande nube di idrogeno ed elio primordiali aveva cominciato ad espandersi [19] e [79], come fa tuttora, con il risultato di una rarefazione della materia. Tuttavia, una forza immane si è opposta a questo processo: l'attrazione gravitazionale che la materia esercita su se stessa. La gravità, se pure non era in grado di arrestare l’espansione generale, è riuscita a prevalere localmente là dove la materia era più densa e quindi la forza di attrazione maggiore. Attorno alle regioni di gas più denso, altro gas veniva richiamato dall’attrazione gravitazionale col risultato di accrescere la densità locale, intensificando così la forza di gravità ed infine condensando la materia dell’universo in enormi nubi: le protogalassie. Queste erano destinate a concentrarsi ulteriormente fino a diventare Galassie, cioè fino al momento in cui la concentrazione locale di materia al loro interno aveva generato tanti nuclei, sempre più densi e più caldi, fino al punto in cui in qualcuno di essi si erano verificate le condizioni per innesco della più semplice delle fusioni termonucleari: la fusione dell’idrogeno che si trasforma in elio. Erano nate le prime stelle.