di G. Bormetti, C.M. Carloni Calame, G. Montagna, N. Moreni, O. Nicrosini, M. Treccani
Siamo così arrivati al termine del nostro viaggio alla scoperta del mondo della complessità.
Ovviamente si è trattato di una visita esplorativa. Come abbiamo visto, la complessità, a differenza di altre teorie fisiche - quale ad esempio la meccanica quantistica i cui effetti peculiari si manifestano a livello microscopico - appare caratteristica di un vastissimo insieme di fenomeni, sia naturali, e in questo caso a tutte le scale di lunghezza, sia sociali. Una caratteristica fondamentale della complessità è il fatto che essa compaia in sistemi composti da numerosi “individui”, in interazione tra loro mediante meccanismi non lineari. Non solo: si tratta di effetti collettivi, che emergono nel momento in cui il sistema va considerato come un complesso indivisibile, il cui comportamento non è dato semplicemente dalla somma dei comportamenti individuali. Questo implica una visione nuova della scienza, probabilmente al di là del riduzionismo.
Una seconda caratteristica della complessità è che essa si manifesta in quella sfumata regione di confine tra ordine e caos, dove le leggi deterministiche non sono più sufficienti e le leggi statistiche non ancora applicabili: è forse necessario sviluppare una matematica della complessità? Un altro suo tratto identificativo sta nel fatto che la fenomenologia dei sistemi complessi è trasversale ai vari ambiti delle scienze - dall’economia alla fisica, dalla biologia alla teoria dell’informazione, e così via. Infine, va osservato che la disponibilità di computer sempre più potenti rende oggi, rispetto al passato, lo studio dei sistemi complessi un campo di ricerca percorribile e ricco di prospettive. Da questo punto di vista, una delle sfide più affascinanti è la comprensione di quei particolari sistemi complessi, detti adattivi, il cui comportamento evolve anche in funzione degli stimoli ricevuti dall’ambiente esterno, per meglio adattarsi al mutare delle condizioni. L’origine della vita e il funzionamento degli organismi viventi rappresentano la frontiera che si intravede.
Siamo forse agli albori di una nuova concezione della Scienza in grado di abbattere le barriere culturali e integrare i saperi specifici delle varie discipline?