di Vincenzo Lucherini

Un’onda è una struttura ripetitiva (periodica) tanto nello spazio che nel tempo. Considerando la sua periodicità spaziale, si può introdurre la distanza che intercorre tra due suoi massimi (o minimi) consecutivi, che viene chiamata appunto lunghezza d’onda, solitamente indicata con la lettera greca Λ (lambda) e misurata in metri.

La frequenza è invece una misura della ripetitività temporale (periodicità) di un’onda: quante volte nell’unità di tempo, per esempio in un secondo, si ripetono in una posizione fissa i punti di massimo (o minimo) dell’onda? La frequenza, che rappresenta quindi quanti cicli al secondo fa un’onda, si indica in genere con la lettera greca ν (nu), e si misura in Hertz (abbreviato Hz): 1 Hz equivale ad 1 ciclo al secondo. Lunghezza d’onda e frequenza sono, naturalmente, tra loro legate. Il legame è dato dalla velocità vp di propagazione dell’onda, tramite la semplice relazione: vp =ν x λ.

Consideriamo il caso della luce visibile, ad esempio quella corrispondente al colore rosso. Nel caso delle onde e.m. la velocità di propagazione è quella della luce, indicata con la lettera c, che vale c = 299792458 metri al secondo (m/s), nel vuoto. La lunghezza d’onda della luce rossa è veramente piccola, 700 miliardesimi di metro, mentre grandissima è la sua frequenza: oltre 400 mila miliardi di cicli al secondo. Questo perchè enorme è la velocità della luce.

 

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