di Vincenzo Lucherini

Quando la luce passa da un mezzo meno denso, come l’aria, ad uno più denso, come l’acqua, il suo percorso devia (rifrazione) e si porta più vicino alla perpendicolare alla superficie di separazione dei due mezzi. Avviene l’opposto se il tragitto è percorso al contrario. Perché? Un modo molto intuitivo per rendersene conto è considerare il seguente esempio. Percorriamo in auto una strada rettilinea pianeggiante. La strada è asciutta, ma all’improvviso, per un tratto, le nostre ruote di destra si trovano ad attraversare una grossa pozzanghera d’acqua. Cosa succede? Come a tutti sarà capitato, la nostra auto tende a deviare dalla traiettoria rettilinea e sbandare a destra. Il motivo è che le ruote di destra incontrano più resistenza e sono rallentate al moto dalla strada bagnata rispetto alle ruote sulla parte asciutta. Questo fatto sottintende la “estensione spaziale” dell’oggetto che viaggia, che quindi può “sentire” allo stesso tempo differenti situazioni attorno a sé. Proprio come la luce che è, anche, appunto un’onda.

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