a cura di Anna Maragno
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Orologi astronomici
Descriveremo ora gli orologi astronomici, strumenti altamente complessi che, oltre a mostrare l’ora, fornivano molte altre notizie, come i moti dei corpi celesti, le costellazioni visibili, il calendario perpetuo e persino, in certi casi, gli orari di alta e bassa marea e la data di eclissi solari e lunari. Mostreremo alcuni tra gli esemplari più significativi.
Figura 1. Particolare dell’orologio astronomico della Cattedrale di Saint-Pierre de Beauvais, nell’omonima città, in Francia. L’orologio fu costruito tra il 1865 e il 1868 da Auguste-Lucien Vérité (1806-1887). Alto 12 m e largo 6, lo strumento ospita 52 diversi quadranti che forniscono, oltre all’ora, al giorno e al mese corrente, numerose informazioni, tra cui le feste mobili e i santi del giorno, l’orario di alba e tramonto del Sole e della Luna, gli orari dell’alta e bassa marea a Mont Saint-Michel e a Jersey, le posizioni di sette pianeti del Sistema Solare, le stelle visibili a Beauvais e ai suoi antipodi e l’ora locale di 18 tra le città più importanti del mondo.
Credits: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Picardie_Beauvais4_tango7174.jpg
Un orologio per il cielo
Un orologio astronomico è un dispositivo che non si limita a indicare l’ora. È dotato di particolari meccanismi e speciali quadranti in grado di mostrare determinate informazioni astronomiche aggiornate all’esatto momento segnato dall’orologio, quali la posizione del Sole o di alcuni pianeti del Sistema Solare nel cielo, le fasi della Luna, una mappa stellare rotante con le costellazioni in movimento e così via. Gli esemplari più sofisticati recano l’indicazione, grazie a uno speciale puntatore, delle eclissi lunari e solari.
Nella maggior parte degli orologi astronomici è presente un quadrante orario di 24 ore, con numeri romani dall’I al XII e, a seguire, di nuovo dall’I al XII. Le ore XII corrispondenti al mezzogiorno sono abitualmente poste in alto sul quadrante, le ore XII della mezzanotte in basso. Sulla parte finale della lancetta che segna l’ora è solitamente posta la figura di un Sole; i minuti sono, invece, misurati assai raramente in questa tipologia di orologi.
Generalmente, gli orologi astronomici raffigurano un sistema geocentrico: la Terra è posta al centro di un quadrante, mentre il Sole ruota attorno a questa e compie un giro completo in un giorno. Ciò non deve meravigliare, considerato che molti di questi orologi furono costruiti prima della rivoluzione copernicana, quando il sistema tolemaico regnava ancora (quasi) incontrastato (ricordiamo che il De revolutionibus orbium coelestium fu dato alle stampe nel 1543).
Al tempo della loro massima diffusione, gli orologi astronomici erano realizzati come una complessa tipologia di orologi meccanici (di cui ci occuperemo in dettaglio il mese prossimo), ma non mancano esemplari più antichi funzionanti grazie all’acqua o al mercurio.
I primi orologi astronomici
Già nell’antichità erano apparsi gli orologi anaforici, la cui funzione, secondo gli studiosi, era quella di indicare le ore e le posizioni degli astri in base a determinate coordinate (ne dà notizia anche Vitruvio, De Architectura, 9.8.8-15).
Nel 976-977 d.C., l’astronomo cinese Chang Ssu-Hsün costruì, su una torre appositamente innalzata, un raffinato orologio astronomico il cui meccanismo era azionato da mercurio, assicurando una misura precisa del tempo anche durante gli inverni più rigidi. L’ingranaggio muoveva un insieme di figure che scandivano le ore con campane e tamburi. Erano inoltre mostrati i movimenti del Sole, della Luna, dei cinque pianeti allora conosciuti e dell’Orsa Maggiore. Purtroppo il dispositivo cadde in disuso alla scomparsa del costruttore. Tuttavia, la preziosità del suo ingegno fu di ispirazione a Su Sung (1020 d.C.-1101 d.C.) per la realizzazione di un orologio astronomico su una torre, nella città cinese di Khaifêng. In questo caso, il meccanismo era azionato da una ruota idraulica.
Anche Ibn al-Razzāz al-Jazarī (1136 d.C.-1206 d.C.), grande uomo di scienza del mondo arabo che abbiamo già incontrato nei capitoli precedenti, ideò un orologio astronomico, descritto nel suo trattato Il libro della conoscenza di ingegnosi dispositivi meccanici, dalla struttura simile a quella di un piccolo castello. Conosciuto come "orologio del castello", era alto circa 3,4 m. Oltre all’ora, indicava i movimenti apparenti del Sole durante il giorno e nel corso dell’anno, le fasi lunari e la posizione del Sole e della Luna rispetto alle costellazioni dello Zodiaco in un dato momento. Era anche possibile riprogrammare la durata del dì e della notte per tener conto dei cambiamenti stagionali. Il sistema automatico muoveva figure di uccelli che aprivano piccole porte, 12 per il dì e 12 per la notte, al compimento di ogni ora, con l’accompagnamento di segnali acustici. Cinque musici (due tamburini, due trombettisti e un cembalista) suonavano in determinati momenti della giornata. Un complesso meccanismo idraulico, comprendente pulegge, galleggianti e regolatori del flusso d’acqua, garantiva il funzionamento dell’orologio.
Figura 2. L’orologio del castello di Ibn al-Razzāz al-Jazarī, tratto da Il libro della conoscenza di dispositivi meccanici ingegnosi, il suo volume sui dispositivi automatici da lui ideati e costruiti, datato 1206. È possibile notare la semisfera recante le costellazioni dello Zodiaco; appena più in basso, le 12 porte diurne, in colore giallo, e le 12 notturne, in colore scuro. All’estremità inferiore dell’illustrazione sono raffigurati i musici.
L’orologio di Padova
Presso la Torre dell’Orologio in Piazza dei Signori era posto un orologio progettato nel 1344 da Jacopo Dondi da Chioggia (1293-1359). Poco dopo la sua realizzazione, un incendio lo distrusse quasi completamente, fatta eccezione per i segni dello Zodiaco. Nel 1436 fu installata una ricostruzione dell’orologio che manteneva l’unica parte originale dello strumento. L’orologio è oggi in funzione, grazie ad un restauro conclusosi nel 2010. Al centro del quadrante è posta la Terra, secondo il sistema tolemaico; oltre a segnare le ore, l’orologio indica le fasi lunari, le costellazioni dello Zodiaco e le stelle fisse, come erano a quel tempo chiamate le stelle la cui posizione rispetto ad un osservatore sulla Terra non cambiava durante l’anno.
L’orologio di Rostock
L’orologio astronomico di Rostock, in Germania, è conservato nella Marienkirche: si tratta di uno dei più antichi esemplari di questo genere ed è tuttora funzionante. Fu costruito nel 1472, in sostituzione di un precedente, da Hans Düringer, orologiaio di Norimberga e costruttore di un altro importante orologio astronomico a Danzica, in Polonia, nella Bazylika Mariacka.
L’orologio di Rostock, posto dietro l’altar maggiore della chiesa, svetta tra due pilastri ed è alto complessivamente 11 m. Nel quadrante superiore, l’anello esterno, di colore scuro, segna l’ora; gli anelli interni mostrano, avvicinandosi al centro, le costellazioni dello Zodiaco e le raffigurazioni dei mesi. Nel disco centrale sono indicate la posizione del Sole e le fasi lunari.
Nel quadrante inferiore si trova il calendario perpetuo, composto da 13 dischi concentrici che recano il giorno della settimana, la data, l’ora in cui il Sole sorge, il santo del giorno, le festività, la data della domenica di Pasqua e il numero aureo, o numero d’oro (ovvero il numero, da 1 a 19, che specifica in quale anno ci si trova all’interno di un ciclo metonico). Rimandiamo a ciò che del ciclo di Metone si è detto nel mese di gennaio, a proposito dei calendari lunisolari (si ricorda che 19 anni solari corrispondevano a 235 lunazioni). In tale calendario non è presente il 29 febbraio, perciò, negli anni bisestili, la correzione del giorno era eseguita manualmente. Il disco del calendario è sostituito periodicamente: il primo fu collocato nel 1470; il secondo comprendeva gli anni dal 1643 al 1744; il terzo dal 1745 al 1877; il quarto dal 1885 al 2017. Il disco attuale, il quinto, fu costruito nel 2009 e indica gli anni dal 2018 al 2150.
Figura 3. Parte centrale dell’orologio astronomico della Marienkirche, a Rostock. Il quadrante in alto segna l’ora e fornisce altre informazioni astronomiche; il quadrante in basso è dedicato al calendario perpetuo.
Credits: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Astronomische_Uhr_St._Marien%E2%80%93Kirche_Rostock.jpg
L’orologio di Mantova
In Piazza delle Erbe, la Torre dell’Orologio ospita un orologio astronomico costruito da Bartolomeo Manfredi nel 1473. Si tratta del secondo orologio astronomico più antico in Italia, rimesso in funzione nel 1989. Lo strumento segna, oltre all’ora, la posizione del Sole nello Zodiaco e le fasi della Luna. Pare che, nei secoli scorsi, le diverse ore fossero annunciate da distinti suoni di campana. Al centro dell’orologio è posta una figura che, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere identificata con Latona, madre di Diana e Apollo, anche se presenta gli attributi tipici della figlia (falce lunare e cerbiatto).
Figura 4. L’orologio astronomico della Torre dell’Orologio, in Piazza delle Erbe a Mantova.
Credits: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lombardia_Mantova2_tango7174.jpg
L’orologio dei Màcc de le ure a Brescia
L’orologio astronomico in Piazza della Loggia, realizzato da Paolo Gennari da Rezzato, fu collocato nella Torre dell’Orologio tra il 1544 e il 1546. Il quadrante fu dipinto da Gian Giacomo Lamberti nel 1574. In cima alla torre, dal 1581 due automi in rame scandiscono il tempo suonando una campana, di bronzo. Sono stati battezzati, in dialetto bresciano, Màcc de le ure, ovvero «i matti delle ore». Dopo un lungo restauro, dal 2010 l’orologio è in funzione.
Come altri orologi astronomici, anche il quadrante di Brescia raffigura il sistema tolemaico, con la Terra al centro e il Sole, collocato sulla lancetta, che ruota attorno. L’orologio segna 24 ore e riporta anche le costellazioni dello Zodiaco, i moti del Sole e le fasi lunari. È interessante notare che l’orologio segna l’ingresso del Sole nella Costellazione dell’Ariete, e quindi l’Equinozio di Primavera, alla data dell’11 marzo. Era, infatti, ancora da venire la riforma del calendario promossa da papa Gregorio XIII nel 1582 (di cui si è parlato nel mese di gennaio).
Una particolarità di questo strumento consiste nel presentare una doppia facciata: il quadrante che abbiamo descritto si affaccia su Piazza della Loggia, l’altro su via Beccaria. L’autore di quest’ultimo resta, tuttora, ignoto.
Figura 5. Quadrante sulla Piazza della Loggia del doppio orologio astronomico della Torre dell’Orologio, a Brescia.
Credits: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Brescia_Piazza_della_Loggia_Torre_dell%27Orologio_Ziffernblatt_2.jpg
Gli orologi astronomici di Venezia e di Cremona
L’Orologio della Torre in Piazza San Marco a Venezia, scelto come immagine di copertina del presente percorso annuale (dal titolo Horas Doceo. Storia della misurazione del tempo), fu inaugurato nel 1499. Il quadrante indica le ore, il giorno, le fasi lunari e le costellazioni dello Zodiaco. L’orologio è dotato di un carillon azionato, solitamente, in occasione dell’Epifania e dell’Ascensione. In cima alla Torre sono posti i due Mori di Venezia in bronzo, che suonano la campana dei rintocchi. Uno, con la barba, è chiamato «il vecchio»; l’altro, che ne è sprovvisto, è «il giovane». Essi segnano le ore con questa modalità: il vecchio batte due minuti prima dell’ora esatta, a significare il tempo trascorso, mentre il giovane suona due minuti dopo l’ora esatta, per indicare il tempo che verrà2.
Situato su una facciata del Torrazzo di Cremona, l’orologio astronomico della città fu costruito tra il 1583 e il 1588 da Francesco e Giovan Battista Divizioli. Oltre a segnare l’ora del giorno, lo strumento indica anche le fasi lunari, i solstizi e gli equinozi, oltre all’ingresso del Sole nelle costellazioni dello Zodiaco durante l’anno. Una speciale lancetta che attraversa tutto il quadrante e reca alle due estremità la coda e la testa di un drago segnala le eclissi lunari e solari. L’orologio è interamente meccanico e necessita di essere caricato ogni giorno.
Figura 6. Orologio astronomico del Torrazzo di Cremona.
Credits: https://it.wikipedia.org/wiki/Torrazzo_di_Cremona#/media/File:Cremona-Orologio_astronomico_sul_Torrazzo.jpg
Per concludere… qualche altro orologio astronomico
Tra molti altri pregevoli strumenti, ricordiamo il celeberrimo orologio di Praga (l’elemento più antico è datato 1410, con successivi rimaneggiamenti), l’orologio della Cattedrale di Notre-Dame de Strasbourg, nell’omonima città (XVI secolo), l’orologio della Cathédrale Métropolitaine Saint-Jean a Besançon, in Francia, datato 1860, con 70 quadranti indicanti, tra le altre informazioni, il tempo e l’altezza delle maree in otto porti francesi e un calendario perpetuo con gli anni bisestili.
Consideriamo, infine, due esemplari molto antichi.
Il primo è l’orologio della Primatiale Saint-Jean a Lyon, in Francia, risalente al XIV secolo. Oggetto di grande valore artistico, segna la data, la posizione del Sole (secondo il sistema geocentrico), della Luna e le stelle visibili nel cielo di Lyon. Tra le molte figure semoventi a tema sacro, un angelo capovolge una clessidra, un altro regola il tempo segnato dal quadrante e altri tre suonano piccole campane.
Il secondo è l’Horologium mirabile Lundense conservato nella cattedrale di Lund, nella Svezia meridionale (XIV secolo). In cima all’orologio, due cavalieri segnano le ore. Sul quadrante superiore sono indicate le ore, le fasi della Luna, l’alba e il tramonto del Sole. Il pannello inferiore è invece occupato da un calendario perpetuo che precisa la data di numerose feste religiose mobili.
Due volte al giorno, alle ore 12 e alle ore 15, i due cavalieri incrociano le loro spade: in quel momento l’orologio intona il canto medievale In dulci jubilo e i Re Magi con i loro servitori passano davanti alle figure di Maria e di Gesù. I due cavalieri suonano le loro trombe al passaggio dei Magi.
Figura 7. A sinistra, l’orologio astronomico della Cattedrale di Besançon, in Francia; a destra, l’Horologium mirabile Lundense, a Lund, in Svezia.
Credits:
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Horloge_astronomique_Besancon.jpg
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Horologium_mirabile_Lundense_(27309643835).jpg
Note
1.Adattamento dalla citazione «it tells everything which any one can wish to know», parole iniziali dell’articolo in cui è descritto l’orologio astronomico della Cattedrale di Saint-Pierre a Beauvais (Francia settentrionale) in Blackwood’s Edinburgh Magazine, Vol. XXL, Luglio - Dicembre 1886, nella sezione A Tour Upon Wheels, p. 351.
2. Per ulteriori dettagli riguardanti i due Mori, invitiamo alla visione del video al link https://www.youtube.com/watch?v=Z6BVyHRvpBI.
Bibliografia
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