Spesso l'analisi dimensionale viene presentata come una pratica noiosa e poco utile, un semplice esercizio algebrico. Ma è davvero cosi? Attorno al 1800 nasceva il primo serio dibattito sulla necessità di standardizzare i sistemi di misura usati nelle diverse nazioni. Sebbene oggi ci possa risultare sorprendente, fu in questo periodo che per la prima volta si cominciò a comprendere pienamente che le leggi naturali non possono dipendere dalle unità di misura usate nei calcoli numerici. Tra i contributi più importanti in questa direzione c'è sicuramente quello di Joseph Fourier, il quale mostrò come, modificando le unita di misura di una data quantità fisica, il suo valore numerico cambi seguendo una certa potenza, o "dimensione". È da questa osservazione che deriva il termine analisi "dimensionale". Fu però Lord Rayleigh il primo ad accorgersi che, se condotta con un pizzico di logica ed intuito fisico, l'analisi dimensionale può diventare un vero e proprio strumento per la deduzione scientica. Dopo di lui, questa pratica è passata da semplice verica dell'auto-consistenza di un calcolo numerico ad ingrediente sempre più centrale.