La mattina del 6 Agosto 1945 un bombardiere americano sganciò una bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima. […] Una nuova epoca della storia dell’umanità era iniziata.
Inizia così, in maniera diretta, senza fronzoli, il saggio di Paolo Agnoli; così come possiamo pensare sia esploso, con il suo enorme sordo bagliore, l’ordigno nucleare su Hiroshima. Un evento questo che non ha rappresentato solo un tragico momento della seconda guerra mondiale, ma è stato anche uno di quei pochi momenti della storia dell’uomo che segna un punto di svolta, una pietra miliare ed un drammatico dilemma sul quale si continua, giustamente, a scrivere e discutere dopo 70 anni. I piani sui quali affrontare il problema sono trasversali e vanno dall’aspetto fisico-scientifico, a quello etico-filosofico e politico-militare.
Il libro in discussione è un saggio storico che chiarisce il contesto nel quale si sono mossi tutti gli attori del dramma: dagli scienziati riuniti a Los Alamos, ai militari americani, ai giapponesi, fino agli incubi del presidente Truman che si è trovato di fronte alla necessità di autorizzare il lancio. Abbiamo la fortuna di trovarci di fronte ad un libro scritto da un fisico di formazione, ma anche con una laurea in filosofia e che sa fondere bene i due aspetti con la realtà storica che domina le 260 pagine. Il libro inizia introducendoci al concetto di scelta morale e chiarendo la relazione tra etica e scienza per poi proseguire sul piano scientifico discutendo cosa vuol dire costruire una bomba atomica con tutta la serie di scoperte scientifiche, innovazioni tecnologiche, scelte morali, dubbi e crisi di coscienza che questo ha comportato. Che ruolo ebbero Fermi, Einstein, Oppenheimer, Szilard o gli scienziati tedeschi rimasti in patria a lavorare sul progetto atomico? La Germania, partita avvantaggiata negli studi della fissione atomica, era vicina alla produzione della bomba?
Il nazismo era oramai caduto, ma la situazione militare nel Pacifico faceva contare molte migliaia di vittime ogni giorno, la maggior parte costituita da civili giapponesi. Nonostante tutto il Giappone era pronto a sacrificare milioni di suoi figli per l’onore del popolo e dell’imperatore, senza contare i crimini continui in Cina e Corea. Le informazioni che però vengono date alla popolazione sono solo sommarie e frammentarie, degne di un regime totalitario in mano ai militari.
L’utilizzo delle bombe su Hiroshima e Nagasaki rimane tra le azioni più controverse della storia contemporanea, ma l’autore riesce a costruire intorno al lettore un quadro storico molto preciso e inevitabilmente, alla fine di questo importante e interessante saggio, saremo portati a chiederci quanto l’ordigno atomico sia stato solo un’atroce arma di distruzione o anche uno dei più’ potenti strumenti di pace capace di far finire la guerra, certamente in un modo terribile, ma anche il meno terribile tra tutti quelli possibili.
Importante sottolineare che ogni dichiarazione o fatto storico riportato da Agnoli è ampiamente supportato da note a piè di pagina, referenze e link web coi i quali si può approfondire uno qualsiasi degli aspetti che ci interessano maggiormente.
Prima di esprimere qualsiasi giudizio morale, semmai preconfezionato, invito le persone interessate a costruire un giudizio attento e meditato e a leggere tale saggio per non esperti che si pone tra i più completi da un punto di vista storico, filosofico e scientifico. Alla fine, immedesimandosi per un istante nel presidente degli Stati Uniti d’America del 1945, H.Truman, chiediamoci: cosa avrei fatto io se avessi dovuto decidere sull’utilizzo della prima bomba atomica?
(Gennaio 2016: SxT-libroalmese)/Pasquale Di Nezza