Storia del tempo
Il Saggiatore
ISBN 9788842827269
Il tempo, che cosa affascinante. Quante volte ci siamo chiesti cosa voglia veramente dire e come potersi impadronire di questo concetto vecchio quanto l’Universo stesso.
È chiaro da subito che esiste un tempo percepito e un tempo fisico. Il primo apre a concetti filosofici interessanti, ma di sicura più facile discussione. Grandi filosofi si sono impegnati nel capire cosa voglia dire vivere nel “presente”, avere esperienze “passate” e mirare al “futuro”. Per molti di loro il tempo è un’illusione dato che noi viviamo solo nell’attimo presente, altri si sono arresi alla complessità; Sant’Agostino diceva “Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so”. Le cose incominciano a essere più complicate se vogliamo capire il tempo fisico, quello che esiste indipendentemente da noi e dai nostri possibili orologi. L’umanità ha dovuto attendere Galileo e poi Newton per capire che il tempo era una dimensione fisica imprescindibile, ma pur sempre un tempo assoluto. Solo poco più di un secolo fa, con Einstein, Lorentz e Minkowski si è definitamente capito che il tempo è relativo aprendo a un modo di interpretare il tempo molto più complesso e interessante. Se non esiste un tempo assoluto, a cosa ci riferiamo effettivamente quando parliamo di tempo? E cosa possiamo dire quando ci troviamo a che fare con eventi simultanei? È possibile manipolare il tempo?
Il libro di Mazur, partendo da un’introduzione storica, ripercorre le tappe fisiche e filosofiche che l’uomo ha affrontato per arrivare finalmente alla relatività e a quello che ci insegna sul tempo.
Una lettura fluida, interessante, per non esperti che però vogliono impegnarsi nel capire i concetti non sempre immediati perché lontani dal nostro intendere quotidiano. Tuttavia, questa parte rimane non risolta pienamente e l’autore si lancia nello spiegare, comunque in modo interessante e fluido, il tempo biologico e come si sia “installato” nel sistema biologico degli esseri viventi terresti con considerazioni su quello che potrebbe accadere su altri pianeti con altre caratteristiche fisiche. Per ultimo, l’originale scelta di inserire intermezzi tra i vari capitoli, a volte sembra inutile e non particolarmente interessanti, ma alla fine sono davvero poche pagine che si possono perdonare all’autore.
(maggio SxT-libroalmese)// Pasquale Di Nezza