Copertina del libro Non ne abbiamo la più pallida idea

Non ne abbiamo la più pallida idea. Guida all'universo sconosciuto.

di Jorge Cham e Daniel Whiteson

Longanesi

ISBN-10 8830451169

Uno dei problemi della divulgazione scientifica è quello di trovare il giusto equilibrio tra l'entusiasmo per le conquiste della scienza e la problematicità che è implicita nel farla: incertezza, teorie alternative, rovesciamento di consolidati luoghi comuni che fino a ieri erano saldissime certezze. Troppo spesso, purtroppo, la divulgazione finisce per essere invece un'agiografia dello scienziato di turno o un'acritica esposizione di come la teoria esposta spieghi tutto! Non è questo il caso!
Il libro di questo mese esplora con arguzia e ironia una bella fetta di quello che non sappiamo nell'ambito della Fisica, che pure è la scienza probabilmente più avanzata (non foss'altro che per anzianità) e che tanto ha modificato, specialmente nell'ultimo secolo, la nostra visione del mondo e la nostra vita quotidiana. E, in effetti, il libro è anche un bella lezione di umiltà che ci viene impartita, non tanto a noi lettori non professionali ma ai tanti fisici che, senza arrossire, sproloquiano di teorie del tutto mentre il nostro Modello Standard, di cui siamo giustamente fieri (anche l'autore lo sente un po' cosa sua avendo contribuito per un ε ridicolmente minuscolo ai tempi della scoperta del quark charm), copre sì e no il 5% dell'Universo conosciuto (materia oscura ed energia oscura: non ne abbiamo la più pallida idea e l'energia del vuoto calcolata è sbagliata di 120 ordini di grandezza). Senza dimenticare che quello che oggi è puntiforme potrebbe non esserlo affatto, considerando che la lunghezza di Planck è attualmente (e lo sarà per parecchio tempo ancora) una quindicina di ordini di grandezza fuori dalla nostra portata.
In un bel libro di qualche anno fa (“The island of knowledge” del fisico teorico Marcelo Gleiser), purtroppo non tradotto, l'autore usava un'efficace metafora: la conoscenza come un'isola nel mare dell'ignoranza: al crescere della conoscenza strappiamo territori al mare e l'isola si amplia, ma anche il suo perimetro si allunga e così cresce il confine della nostra ignoranza. Naturalmente la metafora funziona solo se l'Universo è infinito ma, anche su questo, non ne abbiamo la più pallida idea. Può sembrare un libro deprimente, ma non lo è affatto. Da una parte perché lo stile con cui è scritto (e che spero sia rimasto nella traduzione italiana) è leggero e divertente, dall'altra perché ci dice che di cose da scoprire e da capire ce ne sono tantissime (e non solo in Fisica fondamentale, a cui appartengono i temi trattati nel libro) e che quindi la scienza è ben lungi dall'essere vicina alla fine. C'è tanto da fare e servono nuove teste, menti giovani e brillanti capaci di trovare idee nuove e di aprire nuovi percorsi di ricerca. E visto che è un libro leggero (come contenuto, fisicamente sono 415 pagine!), penso che sia adatto a questa stagione, da leggere sotto l'ombrellone o in un rifugio di montagna. Ammesso che Covid e varianti ci facciano partire. In ogni caso e dovunque le passiate: Buone vacanze!

(luglio SxT-libroalmese)// Dino Esposito