libro ottobre 2018

DA DOVE VIENE LA MATEMATICA.
COME LA MENTE EMBODIED DÀ ORIGINE ALLA MATEMATICA

di George Lakoff, Rafael E. Núñez
 
Bollati Boringhieri
EAN: 9788833915524
 
 
Nel 1960 il grande fisico ungherese Eugene Wigner pubblicò un saggio dal titolo L'irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali nel quale si domandava come fosse possibile che un’invenzione umana come la matematica potesse essere così utile ed efficace nel descrivere la Natura, una questione ampiamente dibattuta in passato e attualissima anche oggi, dove la crisi della Fisica delle Particelle ha spostato sulla bellezza della matematica la valutazione della bontà delle teorie.
Il libro che vi racconto questo mese affronta il tema dall’originale punto di vista delle scienze cognitive, ovvero dal punto di vista dello studio della mente umana.
Benché sia un po' datato (l’edizione inglese originaria, su cui è basata questa recensione, è del 2000!), il libro mi è sembrato estremamente interessante non solo per i dettagli tecnici, ma per il punto di vista che porta avanti, ovvero che la matematica è una creazione della mente umana e che funziona perché è basata sulle stesse sensazioni fondamentali che permettono al nostro cervello di guidarci nella vita di tutti i giorni (un’idea che si ritrova anche nelle opere di Mach, un pensatore che, con Hume, meriterebbe una posizione di assai maggior rilievo nei programmi scolastici). L’idea di fondo, sviluppata nella prima parte del libro, è di individuare le metafore concettuali tramite le quali è possibile far corrispondere esperienze quotidiane (collezionare oggetti, metterli insieme per creare qualcosa di più grande, muoversi avanti e indietro lungo un sentiero, ecc.) con i concetti base dell’aritmetica e da questi, aggiungendo metafore e costruendone altre di livello superiore sempre più astratte, arrivare a trattare l’algebra, l’analisi, infiniti e infinitesimi.
La parte centrale del libro è forse eccessivamente dettagliata nell’applicazione della tesi alle varie parti della matematica, poi il libro decolla di nuovo nel finale, quando, sulla base della teoria proposta, viene smontata la presunzione umana che la matematica sia “vera” in assoluto, qualcosa che esiste “là fuori”, una posizione platonica diffusa specialmente tra i fisici (Penrose, Tegmark, Barbour, per citare qualcuno noto anche come divulgatore). Se la tesi degli autori è corretta, anche l’idea che la matematica sia un linguaggio universale e che debba essere per forza condivisibile con una ipotetica specie aliena perde molto del suo fondamento.
Bellissima, infine, l’ultimissima parte in cui viene analizzata quella che, platonici o no, resta la più bella equazione della matematica, l’equazione di Eulero
e + 1 = 0
 
Un’avvertenza è d’obbligo. Per la mole e per l’argomento, non è un libricino da leggere la sera a letto!

(Ottobre 2018 SxT-libroalmese)//Dino Esposito