copertina del libro Finding the mother tree, edito da Penguin Books

Finding the mother tree

di Suzanne Simard

Penguin Books

EAN 9780525656098

Mi avventuro nuovamente nella recensione di un libro in inglese per due motivi. Il primo, il più rilevante, è che questo libro è splendido e volevo condividere con voi il piacere che la sua lettura mi ha dato! Il secondo è che, come preannunciatomi dall'editore americano, il libro esce in italiano a Novembre 2022 (L'albero madre. Alla scoperta del respiro e dell'intelligenza della foresta, Mondadori).
Dopo questa lunga premessa, veniamo al dunque. Il libro è l'autobiografia scientifica e personale di una donna straordinaria che ha rivoluzionato la nostra conoscenza dell'ecologia forestale e, di conseguenza, ci costringe a rivedere la versione semplicistica spesso raccontata della teoria dell'evoluzione. Come Donella Meadows (coautrice de I limiti dello sviluppo), un'altra straordinaria scienziata impegnata nello studio dei sistemi complessi, la Simard ci rivela che pensare l'evoluzione solo in termini di feroce competizione è riduttivo. O, meglio, una volta che tanti attori agiscono in contemporanea nello stesso ecosistema, nascono sistemi collaborativi in cui la cooperazione porta a un risultato migliore per tutti i membri del sistema (una cosa che appare già evidente in Teoria dei Giochi, nel ben noto paradosso legato al Dilemma del prigioniero).
Impegnata all'inizio della carriera nel Servizio Forestale della British Columbia, la Simard scopre che una fitta rete di comunicazione sotterranea mediata dai funghi consente lo scambio di nutrienti e acqua non solo tra alberi della stessa specie, ma anche tra specie diverse, in versi diversi secondo la stagione e il grado di sviluppo della foresta, nonché la creazione di un sistema microbico che aiuta a tenere le piante in salute. In quegli anni la prassi di “gestione” delle foreste era di tagliare tutto a raso il cosiddetto clear cut, gassare tutte le piante rimanenti e piantare alberi della sola specie di interesse economico (nel 1993 ho speso quasi un mese a spasso nelle foreste canadesi e ho potuto vedere di persona le conseguenze di questo modo di fare; per dirla con Tacito Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant ). Potete immaginare cosa è stato per una scienziata donna mettersi di traverso al paradigma scientifico e agli interessi economici dominanti. Il libro ci racconta sia la sua avventura scientifica che la fatica di portare avanti una carriera universitaria e di ricerca con due figlie e con le distanze che caratterizzano un paese come il Canada.
Con il passar del tempo la sua scoperta si è arricchita di nuovi dettagli su cui non mi soffermo per non togliervi il piacere della lettura! Mi basta sottolineare che le sue scoperte sono largamente accettate e sono oggi alla base delle politiche forestali più innovative (per modo di dire, perché si tratta della conferma scientifica di certe antiche prassi delle popolazioni native). Non avverrà, ma dato il contributo delle foreste all'ecosistema globale, non ultimo l'assorbimento della CO2, il Nobel sarebbe ben meritato!
Alla figura di Suzanne Simard è ispirata la figura di uno dei personaggi principali del bel romanzo Il sussurro del mondo di Richard Powers, mentre le sue scoperte scientifiche sono state usate da James Cameron e dai suoi collaboratori per l'ecosistema del pianeta alieno Pandora nel film Avatar.
In attesa dell'edizione italiana, potete vederne sul web una estrema sintesi in una conferenza TED, anche se è in inglese sono disponibili i sottotitoli in italiano.
Chi scrive già provava una sensazione particolare quando le gambe ancora reggevano e permettevano passeggiate chilometriche nei boschi. Questo libro mi ha confermato che quel senso di reverenza per queste cattedrali della Natura aveva e ha un solido fondamento scientifico!
Buona lettura!

(ottobre SxT-libroalmese)// Dino Esposito