The demon in the machine
di Paul Davies
Penguin Books
Isbn 9780141986401
Nel 1867 Maxwell scrisse una lettera al suo amico Peter Tait, fisico anche lui e pioniere della termodinamica, proponendogli un esperimento mentale che consentiva di violare il secondo principio della termodinamica, inventandosi quello che poi è diventato il diavoletto di Maxwell. Questo diavoletto è il protagonista di buona parte del libro che vi presento questo mese. Le riflessioni e analisi da parte di personaggi come Szilard, Landauer e Bennet hanno permesso di calcolare i limiti termodinamici dell'elaborazione delle informazioni ma hanno anche aperto la strada alla comprensione del (possibile) potere causale dell'informazione. Potere causale che si esplica al suo massimo nei fenomeni legati alla vita.
Il libro si può immaginare idealmente come una continuazione, 70 anni dopo, del Che cos'è la vita? di E. Schrödinger, affrontando, alla luce di tutte le cose che abbiamo imparato nel frattempo, il problema della apparente incongruenza tra le leggi della fisica e il comportamento della materia vivente. Il testo è ricchissimo di spunti per ulteriori letture e approfondimenti: si passa dalle nanomacchine realmente realizzate che compiono lavoro spendendo informazione, alle macchine di Turing e agli automi cellulari di Von Neumann. Si affronta il possibile ruolo causale dell'informazione nello spiegare l'epigenetica, le cui recenti scoperte mettono in discussione il paradigma ultra-riduzionista del neo-darwinismo.
Inevitabilmente, viene affrontato il controverso ruolo della Meccanica Quantistica nei fenomeni biologici, dall'origine della vita alla capacità dei batteri estremofili di sopravvivere in condizioni che fino a non molto tempo fa erano considerate impossibili. Altrettanto inevitabilmente, il possibile ruolo dell'informazione viene esaminato nel contesto di quelli che sono considerati i più difficili problemi della scienza: autocoscienza e libero arbitrio. Personalmente avrei speso qualche pagina su altri temi che sono secondo me collegati (causalità e natura del tempo) ma riconosco che il rischio è quello di scrivere un tomo di 600 pagine, che va forse bene per un romanzo, molto meno per un testo divulgativo.
Per motivi a me oscuri, il libro non ha ancora trovato un editore italiano. E questo nonostante il libro non sia piaciuto solo a me (che potrei essere "strano") ma abbia vinto nel 2019 il premio di libro dell'anno da parte della rivista Physics World. Sperando che questa cosa venga superata presto, segnatevi questo libro perché ne vale certamente la pena. E chi può legga l'edizione inglese, a scanso di rischi di traduzioni inadeguate. Buona lettura!
(gennaio SxT-libroalmese) // Dino Esposito