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La dea delle piccole vittorie

 

 

Yannick Grannec

Longanesi

 

Si tratta di un interessante romanzo incentrato sulla figura di Adele, moglie del matematico Kurt Gödel. Il libro è organizzato su due piani narrativi, e i capitoli si alternano tra uno e l’altro. Da una parte, siamo a Princeton nel 1980 e una giovane archivista contatta Adele Gödel per cercare di conquistarsi la sua fiducia e recuperare l’archivio con tutti i documenti del marito morto da un paio d’anni. Il secondo piano narrativo è incentrato sul racconto che Adele fa alla giovane amica: si parte dalla vivace atmosfera culturale che si respira nella Vienna degli anni Trenta dove Adele, quando conosce Kurt, è una giovane ballerina di night. Si prosegue poi attraverso l’avvento di Hitler in Europa, i primi seri problemi di salute di Gödel, il difficile rapporto con la sua famiglia, il matrimonio e l’avventuroso viaggio verso gli Stati Uniti, fino ad arrivare ad uno spaccato della vita dei coniugi Gödel a Princeton dalla fine degli anni quaranta, insieme ai personaggi come Einstein ed Oppenheimer, che avevano appena scritto la storia della fisica del ventesimo secolo. Questo romanzo nel romanzo rende il libro molto interessante, sia per l’affresco storico che offre al lettore, sia per l’immagine del tormentato genio matematico che ci presenta, con le sue nevrosi e la sua discesa nel baratro della follia, vista attraverso gli occhi della donna che gli viveva accanto. Un libro consigliato quindi, per avvicinarsi in maniera accessibile a tutti alla figura del matematico considerato il più grande logico della storia.

(Giugno 2016: SxT-libroalmese)//Sandra Leone