copertina del libro

L'impossibile mappa del cervello

di Eva Filoramo

Trefoglie

ISBN 9791280606020

86 miliardi di neuroni, secondo le stime più accreditate. Un numero astronomico di connessioni e funzionalità che nessun sistema di Intelligenza Artificiale è stato ancora in grado di emulare. 

È il nostro cervello, quello che in piena hýbris antropocentrica definiamo l'oggetto più complicato dell'Universo! E complicato lo è di sicuro, certamente è la cosa più complicata con cui la scienza si è confrontata finora. Non fosse altro perché è allo stesso tempo l'oggetto da conoscere e lo strumento per capire. Il grande Francesco Guccini, ne La Genesi (dall'album “Opera Buffa”), sintetizza in un solo verso l'immensità del compito, quando, parlando di Dio al tempo della creazione, ce lo racconta «mentre pensava se stesso pensante». Con meno sintesi, ma altrettanta efficacia, Fredric Brown descriveva il problema nel racconto breve Immaginatevi.

Negli ultimi anni abbiamo imparato parecchio, e abbiamo anche capito che certe idee di un passato anche recente erano decisamente sbagliate. E abbiamo capito anche che quello che non conosciamo è ancora di gran lunga la parte più importante, non ultima la questione della coscienza che chi ha letto altre mie recensioni avrà notato mi sta particolarmente a cuore.

Il libro che vi racconto questo mese fa un po' il punto della situazione. E lo fa in maniera assai gradevole, raccontandoci in modo accessibile un mucchio di cose interessantissime sull'evoluzione delle nostre teorie sul ruolo del cervello nella vita, evoluzione che ha tolto agli altri organi (cuore, fegato, ... ), nonostante i retaggi linguisitici, il ruolo di protagonisti nelle emozioni, nei sentimenti e, in ultimo, anche nella morte stessa.

Nel corso del viaggio alla scoperta del cervello, viene raccontata la controversia, comune ad altri rami della scienza, tra il pensiero riduzionista (fortunatamente in ritirata nelle sue posizioni più fondamentaliste) e quello sistemico e vengono analizzati e sfatati alcuni miti sui due emisferi cerebrali. Naturalmente, in un libro del genere, non possono mancare i temi dell'apprendimento e dell'invecchiamento (dove sono, ahimé, parte in causa), della memoria e del sonno (parte molto utile perché vi sono descritte molte delle mie cattive abitudini, in particolare sul tirare tardi a leggere o scrivere, perché il tempo che resta è poco e le cosa da imparare e da dire ancora tante). Apprezzabile il fatto che l'editore abbia scelto di pubblicare esclusivamente su carta, preoccupandosi di piantare alberi per compensare. Benché ormai obbligato alla frequentazione del libro elettronico (se entrano ancora libri in casa non c'è più spazio per me), leggere un libro su carta rimane un'esperienza anche sensoriale più completa. Tanto meglio se il libro ci piace. Unico neo che ho trovato nel libro, una postfazione centrata sul (neuro)marketing che, al di là del contenuto che non condivido, ha una connessione veramente esile al resto del libro. 

(gennaio SxT-libroalmese)// Dino Esposito