I fisici delle particelle, fino a qualche anno fa, non avrebbero mai immaginato, che una scoperta di fisica – per quanto decisiva e importante - potesse divenire popolare come una rockstar. Nemmeno di dover fare i conti con i milioni di persone, raggiunte dalla notizia che la grande macchina del CERN LHC ha catturato la particella di Dio, come molto impropriamente è stato ribattezzato il bosone di Higgs. Per un attimo un pubblico vastissimo si è così affacciato al mondo affascinante e complesso della fisica contemporanea. A chi tra questi non bastasse lo sguardo necessariamente superficiale e volatile dei media, Ugo Amaldi, racconta “la vera storia del bosone di Higgs” e spiega “perché i fisici accelerano le particelle”. Recita così il sottotitolo del suo libro “Sempre più veloci”, scritto con la collaborazione di Adele La Rana ed edito da Zanichelli. Amaldi è uno dei protagonisti della fisica europea degli ultimi cinquant’anni e non casualmente mette al centro del suo racconto i ‘personaggi’ solitamente più trascurati: gli acceleratori di particelle e gli scienziati che li hanno immaginati, progettati e realizzati. Da quasi un secolo queste macchine ingegnose e potenti sono lo strumento privilegiato della sfida dei fisici per svelare la struttura e i misteri del Cosmo, ma non solo. Agli albori della fisica atomica infatti la scoperta dei raggi X fornì un utile strumento di diagnosi medica. Da allora la strada della ricerca che punta alle conoscenze fondamentali e quella di tecnologie utili alla nostra vita, hanno camminato quasi parallele e ‘sempre più veloci’, giovandosi dei traguardi della scienza degli acceleratori: dai primi ciclotroni e sincrotroni, ai collisori di materia e antimateria fino ai grandi acceleratori del CERN ed LHC. La fisica è bella e utile, ci insegna Ugo Amaldi, beautiful and useful. E la sua storia, raccontata da chi ne ha vissuto in prima persona (e proprio al CERN) alcune tappe cruciali, è – anche umanamente - avvincente e ci conduce quasi senza fatica a porci le domande più difficili e affascinanti tanto per il pubblico che per gli stessi fisici. Quali sono i costituenti ultimi della materia? Possiamo davvero ricostruire cosa accadde negli istanti iniziali dell’Universo? E ancora: cosa sono i quark e perché i fisici si sono inventati la supersimmetria? Amaldi ci offre le risposte – almeno quelle che conosciamo - con la naturalezza e l’esperienza di chi cura da anni il manuale di fisica più diffuso nelle scuole italiane. E infine riporta alla luce e racconta un’altra storia –molto spesso dimenticata - quella delle macchine di fisica, costruite per la diagnosi e la cura delle malattie e che offrono oggi una terapia innovativa - ma ancora non abbastanza praticata - per la cura dei tumori tramite il bombardamento di protoni o ioni pesanti: l’adroterapia. La fisica è bella e utile. Raccontarla in modo chiaro e avvincente altrettanto.
(MAGGIO 2013: SxT-libroalmese)/Vincenzo Napolano